Da Cagliari la mattonella che produce energia
Alessio Calcagni, Giorgio Leoni e Simone Mastrogiacomo: chi sono? I tre componenti del team del Smart Energy Floor o più semplicemente SEF. Di che cosa si tratta? Di una nuova start-up inserita all'interno della Wind Business Factor, di sede a Cagliari e con l'obiettivo di lanciare una nuova fonte di energia alternativa. Quale? Quella potenzialmente prodotta ogni giorno da milioni di persone mentre vanno a fare la spesa, in ufficio, a scuola, a divertirsi o a fare shopping: in pratica, quella prodotta ogni giorno camminando.
(Produrre energia da un'azione comune a tutti come camminare? Questo è l'obiettivo di una start-up cagliaritana)
Cos'è esattamente SEF?
SEF è un pavimento attivo, nel senso che da oggetto passivo pensato per essere semplicemente calpestato, è diventa protagonista attivo, in grado di produrre energia elettrica in maniera pulita. Il punto di partenza per questa trasformazione è rappresentato ovviamente dai materiali di realizzazione: materiali pizoeletrrici plastici (in grado di polarizzarsi, quindi, quando sottoposti a deformazione meccanica), facilmente reperibili sul mercato e, soprattutto, riciclabili al 100%.
Protagonista di SEF è, infatti, il polyvinylidene fluoride-trifluoroetilene o PVDF-TrFE, un nome praticamente impronunciabile per indicare un polimero di uso molto comune, in commercio dal 1969, utilizzato per la produzione di tubature, film, pellicole alimentari, fogli isolanti e non pochi materiali che trovano applicazione in ambito biomedico (per esempio, nella realizzazione di auricolari, sensori di pressione e pelle sintetica).
(SEF è realizzato con un materiale piezoelettrico facilmente reperibile sul mercato e 100% riciclabile)
Quali sono le particolarità di SEF?
Rispetto ad altri progetti più o meno di questo tipo sparsi qua e là sul pianeta, SEF vanta alcuni aspetti innovativi e decisamente competitivi. È, infatti, pensato per:
- Essere realizzato in materiali completamente riciclabili
- Abbattere i costi energetici di aziende private e pubbliche amministrazioni
- Avere un'estetica apprezzabile, che non svelerà in alcun modo a chi lo calpesta di non stare percorrendo un pavimento tradizionale
- Essere diviso in moduli (se un modulo smette di funzionare, sarà sufficiente sostituire quel solo pezzo, senza interventi di manutenzione troppo lunghi e onerosi)
- Essere facilmente installabile
- Essere flessibile.
Tutto questo a quali costi?
L'argomento costi, per il momento, rappresenta forse il solo neo del progetto. Anche SEF, infatti, non potrà (almeno inizialmente) avere costi di installazione e realizzazione competitivi a causa, appunto, delle spese per la produzione dei materiali platici (soggetti anche alle tariffe di spedizione internazionali) e dell'impossibilità di avviarne una produzione su grande scala.
(L'unico neo di SEF sembrano essere i costi di produzione e installazione, elevati e poco competitivi)
I primi obiettivi di SEF
Per ora, l'obiettivo inziale è quello di registrare il brevetto in Europa per poi concederne la licenza ad aziende interessate a migliorarlo e rendere il progetto iniziale ancora più fruibile, commerciale e competitivo. Protagoniste di questa fase saranno aziende produttrici di sistemi di pavimentazione, già inserite, quindi, nel mercato e in grado di commercializzare SEF. Al loro fianco, si auspica anche la presenza dei fornitori di servizi elettrici che potranno, per esempio, commercializzare SEF rateizzandone il pagamento attraverso le bollette.
Il grande protagonista, però, resterà sempre e comunque il cliente che potrà fruire un pavimento di qualità e, allo stesso tempo, in grado di generare energia elettrica pulita.