Vive la France e son énergie marine renouvelable: i progetti e le prospettive future
Sebbene si dica che l'Europa è investita da una crisi clamorosa che, purtroppo, coinvolge anche il settore delle rinnovabili, sembra proprio che gli europei non vogliano dare spazio agli altri paesi e si presentano ancora oggi come potenze incomparabili in grado di dare ancora del filo da torcere.
Anche se colossi come la Cina, o il Giappone, o ancora come l'Arabia Saudita si confermano come le potenze più forti, al momento, in grado di puntare sulle tecnologie più all'avanguardia per il miglioramento e la promozione delle energie rinnovabili, anche i paesi dell'UE non sono da meno.
Nonostante l'Italia sia avvinghiata nella morsa delle restrizioni agli incentivi, essa continua ancora a combattere per confermarsi come potenza indiscussa del fotovoltaico, ovviamente dopo il primato della Germania.
Altra nazione europea tenace e innovativa è la Francia. Altro settore, altri mezzi impiegati, ma un uguale tendenza: quella di promuovere e portare avanti il filone delle rinnovabili in ogni campo applicativo. Facciamo il punto della situazione.
LA FRANCIA: POTENZA MARINA MONDIALE
La Francia detiene ancora il primato nello sviluppo e nella ricerca nel settore dell'energia idroelettrica. In particolar modo, la nazione sfrutta la forza degli oceani, delle onde e le correnti oceaniche per produrre elettricità alternativa. Si pensa addirittura che entro il 2030 la Francia possa raggiungere una capacità di produzione marina pari a 20 GW, circa quindici centrali nucleari.
(Impianto installato per sfruttare la forza del mare)
La Francia, inoltre, può vantare un'esperienza sul campo seconda solo agli Stati Uniti e al Regno unito, tanto da avvalersi dei nomignoli di secondo "spazio marittimo" mondiale e seconda "piscina di marea" in Europa. Inoltre, il suo team di ricercatori, scienziati e industriali è costituito da operatori con una grande esperienza nel settore delle rinnovabili idrauliche, energetiche e marittime, tra i quali fanno parte Dcns, Stx Europe, Alstom e ancora Ifremer, Cnrs, Cea, Accademia Navale e Ifp Energies Nouvelles. (Fonte greenreport.it)
I PROGETTI NON VANNO AVANTI SENZA IL SOSTEGNO DEL PUBBLICO
Nuove iniziative per la promozione dell'energia marittima sono all'orizzonte per la Francia e ad esse si aggiungono anche quelle partite in precedenza. Nuovi impianti si sommano a quelli già esistenti e il ministro dell'Ecologia, Delphine Batho, ha asserito che è necessario introdurre le «prime misure concrete per accelerare lo sviluppo dell'energia marina», invito subito accolto, in prospettiva della realizzazione di cinque nuovi impianti, dei quali due verranno concretizzati entro quest'anno, uno a Bordeaux (Aquitania), il quale punterà sullo sfruttamento e l'impiego della potenza delle maree e l'altro a Croisic (Loire), invece, sarà indirizzato verso lo sfruttamento della potenza dei moti ondosi.
(Impianto instalalto per sfruttare la forza delle correnti marittime)
Tuttavia, nella relazione della missione di studio delle energie rinnovabili marine, il Consiglio Generale per l'Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile (Cgedd) e il Consiglio Generale dell'Economia, dell'Industria, dell'Energia e della Tecnologia (Cgeiet), hanno focalizzato l'attenzione su un punto fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi. La cooperazione è indispensabile affinché la Francia continui a cavalcare l'onda della potenza marina rinnovabile.
Le Energie Marine Rinnovabili (EMR) necessitano di un'adeguata visibilità e l'attivazione di un feedback, entrambi fattori che consentono alla potenza marittima di non cedere e continuare il suo impegno, fissando mete sempre più grandi. Il sostegno del pubblico, dunque, diviene un fattore indispensabile per sostenere i primi passi di questa energia rinnovabile, infatti, così come recita il rapporto del Governo, «in questa fase di riflessione sulle scelte di sostegno finanziario per l'energia marina rinnovabile, un mix di diversi strumenti sembra essere uno dei modi preferiti per promuovere la crescita di queste tecnologie emergenti, farne avanzare la missione. Ciò contribuirà ad adeguare il costo complessivo del progetto, anche se più del 50% di finanziamento pubblico è difficile» e ancora «dopo la delusione del fotovoltaico, per il quale il sostegno pubblico ha contribuito notevolmente al deficit della bilancia commerciale (a seguito di importazione di tecnologia straniera), non ha senso considerare il sostegno di un settore senza considerarne il ritorno industriale in termini di posti di lavoro nel paese».
Dunque appare necessario stabilire un prezzo definitivo di acquisto, poiché, a causa del neonato sviluppo nel settore, i costi stimati sono ancora fondati su valutazioni meramente teoriche e, dall'altra parte, stabilire un'azienda pilota, magari estera, quale ad esempio il Regno Unito, che sostenga lo sviluppo dell'energia marittima, acquistandone la produzione. (Fonte greenreport.it)
ALTERNATIVE DI PROMOZIONE
Secondo il rapporto governativo, al fine di incrementare lo sviluppo di questo settore rinnovabile è necessario che si giunga alla creazione di un Comitato Energia Marina di indirizzo, a cui dovrebbero affiliarsi tutti i principali attori nazionali del settore, in modo da garantire la coerenza di una strategia nazionale comune.
(Esempio di impianto installato sulla superficie marina per sfruttare la potenza delle onde del mare)
Un'altra alternativa potrebbe essere anche l'istituzione di uno sportello unico che garantisca il perfetto funzionamento delle procedure burocratiche di attivazione, autorizzazione delle pratiche, ma al contempo anche di permettere di monitorare e condividere le esperienze tecniche e scientifiche del settore. Il richiamo comune rimane comunque quello che lo sviluppo di questa potenza rinnovabile «non dovrebbe essere a scapito della tutela degli ecosistemi e della biodiversità. La scelta del luogo deve preservare meglio gli habitat e le specie. Gli studi di impatto devono essere condotti in modo serio e trasparente, e le misure compensative devono essere attuate quando gli impatti sono negativi», questo è quanto è stato affermato dall'organizzazione Francia Natura Ambiente. (Fonte greenreport.it)