Semprius: celle solari super efficienti e grandi quanto la punta di una penna

MASSIMA EFFICIENZA, MINIME DIMENSIONI

Se vi venisse chiesto di immaginare le celle solari più efficienti al mondo, difficilmente riuscireste anche solo ad ipotizzare le dimensioni che tali dispositivi sembrano avere: non più grandi di un punto realizzato con una semplicissima penna a sfera. Questo, almeno, è l'annuncio fatto da Semprius, società del Nord Carolina che ha annunciato di aver creato le celle solari più efficienti finora mai prodotte, e di averlo fatto grazie a strutture grandi come un puntino. Il paragone con le comuni celle solari attualmente a disposizione è sorprendente: mentre la media, per quanto riguarda l'efficienza, si attesta intorno al 35%, le microstrutture Semprius sarebbero in grado di raggiungere ben il 43.9%. Questo significa che le celle solari sono in grado di convertire in energia quasi il 45% della luce solare che le colpisce.

Altrettanto significativa è la vittoria contro la dispersione che caratterizza gli impianti composti da un numero elevato di celle: maggiore è la quantità di celle utilizzate, maggiori sono anche i valori di dispersione energetica. Tuttavia, i ricercatori Semprius garantiscono la totale efficienza anche su larga scala: se gli attuali pannelli diffusi nelle case possono garantire un'efficienza pari al 16% - 17%, in ogni caso non superiore al 20%, i pannelli realizzati con questa rivoluzionaria tecnologia possono arrivare al 35%.

L'efficienza si combina anche con la convenienza economica, che si traduce con una elevata competitività dei prodotti una volta immessi sul mercato. Da questo punto di vista, Semprius è fiduciosa, dal momento che la produzione su larga scala permetterebbe di abbattere i costi e di mantenere i prezzi inferiori a quelli del fotovoltaico cinese, come affermato dall'azienda stessa alla stampa. Convenienti in patria, i moduli Semprius realizzati con le micro celle fotovoltaiche potrebbero risultare altrettanto vincenti anche sui mercati internazionali.

LUNGHI ANNI DI RICERCHE

Gli ottimi risultati qui presentati non sono stati conseguiti in breve tempo: le celle solari sono frutto di sforzi e di ricerche iniziate nel 2005, quando è nata l'azienda: il gruppo ha saputo presto conquistarsi la fiducia di grandi realtà come Siemens e In-Q-Tel, arrivando a raccogliere 45 milioni di dollari in venture capital per finanziare le proprie ricerche.

I pannelli solari composti di micro celle, forse le più piccole finora immesse sul mercato, ad oggi sono una realtà effettiva e pronta alla diffusione su larga scala: i primi esemplari sono già in commercio, grazie ad un primo centro per la vendita realizzato ad appena 45 minuti dal quartier generale della società. Al momento, nel mondo sono presenti quindici piccoli impianti attivi, mentre per conquistarsi la fiducia di più grandi investitori potrebbe volerci più tempo.

Cella solare Semprius: dimensioni a confronto con una moneta

(Cella solare Semprius: dimensioni a confronto con una moneta)

IL SEGRETO E' NELLA CONCENTRAZIONE

Il segreto del successo della tecnologia Semprius sembra risiedere in microscopiche sfere posizionate sulle celle, che permettono di concentrare la luce del sole fino a 1.100 volte sulle celle contenente un materiale sulla quale l'azienda ha scelto di essere la prima a puntare: l'arsenuro di gallio. La cella è provvista di un sistema di raffreddamento che permette di mantenere il corretto funzionamento della struttura e una temperatura sempre entro i limiti di sicurezza per la microstruttura, garantendone al contempo massima efficienza.

Semprius, e con lei gli investitori che hanno scelto di finanziare il progetto, dimostrano di voler puntare su un mercato ancora in fase di sviluppo, ma che rivela grandi potenzialità future: l'azienda americana, Siemens e gli altri investitori mostrano la piena intenzione di volersi conquistare un ruolo in prima linea nello sviluppo e nella commercializzazione del fotovoltaico di nuova generazione. In particolare, l'impegno di Siemens si è tradotto anche nell'acquisto del 16% delle quote di minoranza della società. E, al momento, le aspettative sembrano ben riposte.

AutoreDott.ssa Martina Pugno


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