Negli USA, gli aerei volano grazie alle alghe

Volare grazie alle alghe. Un'affermazione senza senso? Decisamente no; anzi, in America è già quasi realtà. Merito dei ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), un'istituzione privata, no-profit del Massachusetts, che si occupa di ricerca ad alti livelli nei settori delle scienze marine, dell'ingegneria e della formazione di ricercatori altamente qualificati su tutto ciò che riguarda il mare. Al suo team va, infatti, il merito della scoperta di come l'alga Isochrysis possa essere sintetizzata per produrre un combustibile green.

Ai ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution va il merito di aver scoperto il potere energetico dell'alga Isochrysis

(Ai ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution va il merito di aver scoperto il potere energetico dell'alga Isochrysis)

Quali sono le caratteristiche del'alga Isochrysis?

Isochrysis è un'alga marina di colore marroncino giallognolo. Le sue dimensioni sono microscopiche (dell'ordine di circa 4x6 micron) e a livello nutrizionale, ha una composizione pressocché completa (per questo, nonostante la sua coltivazione non sia semplice, è normalmente utilizzata nell'allevamento di larve di specie marine particolarmente delicate, come molluschi e crostacei).

Il punto forte dell'alga Isochrysis risiede, dunque, nell'elevata componente di acidi grassi poliinsaturi (DHA/EPA) ed è proprio questo dato ad aver suscitato l'interesse dei ricercatori del WHOI in merito alla loro conversione in esteri, le molecole di composti organici presenti nel biodiesel.

L'alga Isochrysis è ricca di grassi saturi adatti sia all'alimentazione delle larve dei molluschi sia alla produzione degli esteri del biodiesel

(L'alga Isochrysis è ricca di grassi saturi adatti sia all'alimentazione delle larve dei molluschi sia alla produzione degli esteri del biodiesel)

In particolare, i ricercatori del WHOI si sono concentrati sui cosiddetti alchenoni, acidi grassi composti da lunghe catene di 37-39 atomi. Una reazione chimica nota agli studiosi come metatesi olefinica (per intenderci, la stessa utilizzata nel petrolchimico per produrre propilene da etilene e 2-butene) riesce, infatti, a rompere queste lunghe catene in catene più corte, formate da 8-13 atomi. Queste catene più piccole diventano poi le protagoniste della produzione del biocarburante, ma vista l'estrema versatilità degli alchenoni il team sta lavorando anche all'applicazione delle proprietà dei loro acidi grassi anche in altri campi industriali.

Per ora, si tratta già di un notevole passo avanti, visto che in un primo momento, l'utilizzo del biocarburante derivato dall'Isochrysis era sembrato quasi impossibile. La ragione? Questo biodiesel dal colore scuro aveva la tendenza a solidificarsi a temperatura ambiente, un inconveniente affrontato con successo dalla squadra dei ricercatori del WHOI. Intanto, per quel che si è visto sinora, il biodiesel prodotto dall'alga Isochrysis sarebbe il primo derivato da una sola alga a trovare utilizzazione nel settore dei trasporti e non solo.

La metatesi olefinica è la reazione chimica alla base della produzione di biodiesel dall'alga Isochrysis

(La metatesi olefinica è la reazione chimica alla base della produzione di biodiesel dall'alga Isochrysis)

Cosa c'è da aspettarsi a questo punto della ricerca?

A fare il punto della situazione, è intervenuto Greg O'Neil, Professore associato del Dipartimento di Chimica della Western Washington University e tra i membri del team del WHOI impegnati nello studio. Secondo il prof. O'Neil, i nuovi risultati lasciano prevedere una riduzione notevole dei tempi e dei costi legati alla produzione di biodiesel da queste alghe. Allo stesso tempo, però, il Professore ha specificato che, al momento, il metodo utilizzato per estrarre il biocarburante dall'Isochrysis non è ancora sufficientemente avanzato da essere competitivo sul piano della produzione industriale.

Gli aerei americani voleranno con carburante green? Un giorno sicuramente sì e chissà che il primo pieno totalmente verde non possa davvero essere un pieno di Isocrhysis. Per ora, però, il team del Woods Hole Oceanographic Institution ha ancora parecchio studio e lavoro davanti a sé, mentre si concentra sullo sfruttamento delle potenzialità degli alchenoni nella produzione del biodiesel.

Un giorno forse non molto lontano, gli aeroplani americani voleranno grazie a un pieno di Isochrysis

(Un giorno forse non molto lontano, gli aeroplani americani voleranno grazie a un pieno di Isochrysis)

AutoreDott.ssa Morena Deriu


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