Inquinamento luminoso: significato e criteri di illuminazione eco-compatibile
L'inquinamento luminoso è un fenomeno molto semplice e molto comunque, al contempo dannoso, e fa riferimento all'eccessiva alterazione della luce naturale per mezzo della luce naturale.
L'inquinamento luminoso è, quindi, un'alterazione della quantità e della qualità della luce notturna provocata da un'eccessiva immissione in essa di elementi e agenti estranei, come tutte le varie fonti di energia artificiale, che ne provocano inevitabilmente danni o alterazioni.
La giusta tendenza per evitare disturbi nell'atmosfera dovrebbe essere un equilibrio, seppur indicativo, fra le fonti di luce, fenomeno ormai disturbato dalle molteplici ed eccessive reti elettriche e dai vari sistemi di illuminazione dei centri urbanizzati.
Come in qualunque situazione nella quale si creano degli squilibri fra ambiente costruito e ambiente naturale, anche nel caso dell'inquinamento luminoso si possono annoverare gli effetti che diventano danni. L'effetto più evidente è sulla visibilità del cielo notturno. All'aumentare della visibilità del cielo notturno corrisponde una minore visibilità degli astri e del sistema celeste. Questa è una condizione negativa non solo per gli astronomi o per gli studiosi in generale ma per tutti perché provoca un inevitabile isolamento dall'ambiente naturale dell'essere umano e una distorta percezione dell'universo.
Gli altri effetti dell'inquinamento luminoso immediatamente conseguenti a questo molto spesso sono sconosciuti al grade pubblico ma fonti autorevoli e studi sulla disciplina ne stanno fornendo una giusta divulgazione ed educazione. La conseguenza che è detta "culturale" di questo genere di alterazione ambientale riguarda in senso stretto la vista del cielo stellato. Da secoli il cielo di notte è stato fonte di ispirazione per scrittori, pittori, filosofi o pensatori o artisti in generale, oltre ad essere stato la prima bussola per le navigazioni attraverso gli oceani verso le nuove scoperte. Questo significa che non avendo più la possibilità di "alzare gli occhi al cielo e concentrare i pensieri", o comunque di avere questa possibilità assolutamente limitata, provoca un'alterazione a livello psico-fisica nella stragrande maggioranza degli individui. Molto spesso, o troppo spesso, infatti, si sente dire "Neanche stanotte si vedono le stelle".
Oltre a ciò, esistono anche altri danni di natura prettamente materiale, uno di tipo biologico e il secondo di natura economica.
Per quanto riguarda il primo, l'alternarsi della fase diurna con quella notturna è di fondamentale importante per i processi degli organismi di qualunque genere. Qui, infatti, si può far riferimento ai cicli sonno-veglia, al metabolismo animale e al fondamentale ciclo della fotosintesi clorofilliana. Un disequilibrio che va ad aumentare la luminosità del cielo, porta inevitabili danni alle strutture interne di qualunque sistema vivente.
Infine, il punto di vista economico, dal quale è facilmente comprensibile un aumento progressivo della produzione di elettricità e quindi un grande dispendio di denaro.
Anche se l'inquinamento luminoso e tutti i suoi studi sono materie relativamente giovani, esistono molte società, portali internet, articoli scientifici e riferimenti a normative e dati tecnici o simili che si occupano dell'argomento. Si possono trovare anche delle mappe di misurazione satellitare che indicano le concentrazioni delle fonti o la brillanza del cielo di questo genere di inquinamento.
(Mappe di misurazione satellitare_Concentrazioni delle fonti)
http://www.lightpollution.it/cinzano/mappeitalia.html
La più importante associazione in merito è sicuramente la "CieloBuio, Coordinamento per la Protezione del Cielo Notturno" che, tramite il suo sito internet, offre la più completa documentazione ed è sempre aggiornata sulle novità e aperta alle nuove iscrizioni. Un'importante sezione, ad esempio, descrive i criteri per un'illuminazione eco-compatibile.
http://cielobuio.org/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid=1
Il primo criterio sul "come illuminare" descrive il corretto posizionamento dei corpi illuminanti in modo che ci sia un controllo del flusso luminoso diretto, è fondamentale anche un controllo fotometrico e il rispetto delle normative vigenti per quanto riguarda anche la tipologia di lampade e l'emissione luminosa.
Il secondo criterio è sul "quanto illuminare" e, al contrario del primo, corrisponde al controllo del flusso luminoso indiretto, ovvero la necessità di non superare determinati livelli minimi di illuminazione e, al contempo, evitare gli sprechi.
(Criteri per un'illuminazione eco-compatibile)
Il terzo criterio è "cosa utilizzare" e qui si vanno ad analizzare tutta quella serie di criteri ai quali devono corrispondere gli apparecchi illuminanti. Prima di tutto, si dividono per destinazione d'uso, come per l'illuminazione stradale o pedonale, dei vari tipi di impianti sportivi o industriali, delle zone residenziali, di parchi o zone o monumenti di interesse artistico. Generalmente per le lampade in senso stretto si prediligono lampade ai vapori di sodio ad alta pressione, agli alogenuri o fluorescenti compatte. Di fondamentale importanza per queste lampade è l'emissione luminosa sia in termini economici che di visibilità.
Il quarto criterio si riferisce a tutti quei sistemi e metodi che permettono un'ottimizzazione della qualità della luce, in senso stretto per le infrastrutture e le reti. Alcuni esempi possono essere la distanza fra i pali lungo le strade, l'altezza dei pali stessi e i costi di esercizio e di manutenzione.
Infine, l'ultimo criterio, ovvero la "gestione della luce", ovvero "Gli impianti d'illuminazione devono essere muniti di appositi dispositivi, che agiscono puntualmente su ciascuna lampada o in generale sull'intero impianto, in grado di ridurre e controllare il flusso luminoso in misura superiore al 30% rispetto alla situazione di regime, a condizione di non compromettere la sicurezza".
Tutta questa serie di principi fanno ovviamente riferimento a strette normative generali o particolari che attengono sia a livello regionale che nazionale, ma generalmente si può affermare che considerazioni sull'inquinamento luminoso sono di fondamentale importanza, specie in questo periodo di tentato ritorno ad una sostenibilità ambientale.