Capodanno in montagna ma solo in rifugi ecosostenibili
Avete deciso di salutare l'anno vecchio e abbracciare quello in arrivo tra le cime e le valli delle vostre montagne preferite? Il richiamo della montagna (si sa) è per molti irresistibile, ma per amarla davvero, perché non optare finalmente per un rifugio ecosostenibile, dove brindare all'anno nuovo con la coscienza a posto ed ecocompatibile?
(In molti hanno deciso di brindare all'anno nuovo in caratteristici rifugi di montagna)
Tra i primi rifugi alpini a vantare la qualifica di ecosostenibile (a partire dalla produzione e trasporto dei materiali necessari alla costruzione), è il Neue Monte Rosa Hutte, un edificio di cinque piani (inaugurato nella primavera del 2010), che vanta un panorama mozzafiato dall'alto dei suoi 2883 m sul livello del mare.
Al di là dell'aspetto davvero di pregio (una struttura di cristallo di roccia sfaccettato, che coniuga assieme design e alta tecnologia), quel che ci interessa è il fatto che sia quasi totalmente autosufficiente (al 90 %) dal punto di vista energetico. Questo, grazie agli 85 m2 di pannelli fotovoltaici, grazie a cui è prodotta l'energia necessaria al riscaldamento, al funzionamento degli elettrodomestici e, ovviamente, all'illuminazione. In questo caso, si sfrutta il più possibile la luce solare grazie a un sistema di vetrate in grado di modulare la luce solare. Rigorosamente green è, del resto, anche il sistema di trattamento delle acque sporche, come, d'altra parte, lo è stato lo smaltimento dei rifiuti derivanti dalla costruzione.
(Il Neue Monte Rosa Hutte è stato inaugurato nella primavera 2010, sul ghiacciaio di Gornergrat, nelle alpi svizzere)
Le Alpi non sono, però, le sole a offrire delle perle di ecosostenibilità.
Se, infatti, avete intenzione di spingervi un po' più a est (impazienti di salutare prima il nuovo anno), provate a salire sulle vette del monte Elbrus, vicino alla frontiera della Georgia. A 4000 m di quota, è stato inaugurato (giusto lo scorso ottobre) il rifugio LEAPrus 3912, un edificio dal design accattivante e made in Italy.
Si tratta di quattro unità prefabbricate, con 49 posti letto, servizi igienici, zona soggiorno e ristorante, cucina, reception e alloggio per i dipendenti. In tema di ecosostenibilità, LEAPrus 3912 (costruito con materiali durevoli ed estremamente funzionali) sfrutta un sistema ibrido autonomo per la produzione di energia e uno di fusione della neve in grado di fornire acqua all'impianto idrico-sanitario. Il ricircolo dell'aria garantisce, inoltre, il recupero termico, mentre il riscaldamento a pavimento risulta particolarmente adatto alle temperature a dir poco rigide. Infine, il sistema è regolato e controllato via satellite, per garantire una gestione efficiente tutto l'anno.
(LEAPrus 3912 è stato costruito dagli architetti italiani della LEAFactory)
Se, però, la Russia vi sembra troppo lontana per il conto alla rovescia di fine anno, potete optare per la Valle d'Aosta e il suo Bivacco Gervasutti, anche questo progettato dalle menti della LEAPFactory. La scocca modulare è organizzata, questa volta, in quattro ambienti (tra cui un ingresso, una sala pranzo e due camerate per un totale di dodici posti letto) alimentate elettricamente da unità fotovoltaiche con accumulatori di ultima generazione; queste garantiscono il funzionamento tanto del sistema di illuminazione quanto delle piastre elettriche utilizzate per cucinare.
Come il "gemello" russo, anche il Bivacco Gervasutti è energeticamente autosufficiente e controllato da un sistema via satellite, che garantisce costantemente l'efficacia dell'intero impianto.