Terra dei fuochi: questione di ecologia e mafia

La marcia "Caserta vuole vivere" si è svolta il 9 novembre 2013 tra le vie della città e, in base a quanto detto dagli organizzatori, ha visto come partecipanti circa 10mila persone, tutte con un unico obiettivo: proporre un piano regolatore che faccia tornare la "Terra dei Fuochi" una Terra Felix.

COSA C'E' DA SAPERE, CHI SONO I SOGGETTI COINVOLTI NEL DRAMMA DELLA TERRA DEI FUOCHI

La Terra dei Fuochi è una zona del sud Italia, posizionata tra Napoli e Caserta, che deve il proprio nome ai roghi dei rifiuti che vengono scaricati illegalmente in quest'area e tra i quali sono presenti la diossina e altre sostanze altamente tossiche che vengono non solo a contatto con l'atmosfera proprio attraverso gli incendi, ma anche con il terreno influenzando la catena alimentare degli animali da allevamento.

                                                       incendio con sostanze tossiche

                                                                    (Nube di fumo nero dovuta a un incendio che diffonde sostanze tossiche)

Questi riversamenti illeciti sono svolti da parte delle industrie del nord Italia e del nord Europa e sono gestiti dalle organizzazioni criminali come la camorra, la ‘ndrangheta e in maniera maggiore dal clan dei casalesi. Esattamente sono 39 i clan individuati secondo il Rapporto Rifiuti Spa di Legambiente; 22 gli stati che continuano a recare danni al territorio, alla salute e all'economia italiana; 7mila invece i chilometri di rifiuti sparsi sull'area. Tra di essi non mancano i materiali pesanti come il piombo, lo stagno, il nickel, il cobalto oltre ad arsenico, manganese e solfati rilevati nei pozzi d'acqua, una vera e propria terra velenosa, ancor più minacciata dalle scorie nucleari e dagli acidi che hanno anche provocato l'inquinamento di falde acquifere e coste marine.

FATTI E CONSEGUENZE CHE RENDONO URGENTE LA QUESTIONE

Un disastro ambientale di proporzioni enormi, probabilmente il più grande avvenuto nel nostro Paese negli ultimi venti anni. Sono state scoperte due tra le più importani società che controllavano il traffico di rifiuti scaricati nella Terra dei Fuochi ovvero "Nuova Esa" di Venezia e "Servizi Costei" di Porto Maghera; Brescia è invece la città che genera in quantità maggiori rifiuti tossici (circa 4,5 tonnellate l'anno); l'operazione Adelfi ha invece riscontrato che 18mila camion scaricavano 300mila tonnellate di scorie a Caserta, per non parlare poi dei 12 km di asfalto stradale costituito da scorie inertizzate tra le province di Chiari e Pontevico.

Nulla di strano se poi i cittadini che vivono in queste zone sono particolarmente e inevitabilmente soggetti a tumori e malattie dovute a cause di natura cancerogena, sarebbe insensato e privo di fondazione logica credere che ciò sia dovuto a uno scorretto stile di vita. Lo stesso Antonio Giordano, professore di Biologia molecolare alla Temple University di Philadelphia, definisce la Terra dei Fuochi come un laboratorio di cancerogenesi dove chi vive nel napoletano e nel casertano funge da cavia.

In che cosa consiste la circolazione di rifiuti immessi illegalmente? In teoria lo smaltimento della spazzatura è un servizio offerto e garantito dallo Stato ma se esso non provvede, dovrà farlo qualcun'altro, magari in altro modo, in questo caso la mafia. Solo che viene fatto per ottenere il massimo profitto con pochissimi costi e un'efficienza minima. Quel che lo Stato dovrebbe fare è circondare l'area con carabinieri e militari in modo da renderla inagibile e invalicabile, provvedere alla raccolta e condurre il tutto in luoghi dove sono presenti le attrezzature per una corretta eliminazione. Solo che ora come ora lo Stato non è disposto a fare ciò per motivi di mancanza di fondi, perchè ha altre priorità in cima alla lista delle cose da fare, oppure perchè non gli conviene visto il coinvolgimento delle organizzazioni mafiose. A loro non importa qual è il prezzo da pagare per mandare avanti i loro affari, per coltivare i propri interessi economici e personali, c'è sempre una vittima e non ha importanza se si tratta di ambiente o persone.

IL TENTATIVO DI UNA SVOLTA

Sul sito www.laterradeifuochi.it si può leggere come viene definito questo evento: il più grande avvelenamento di massa in un paese occidentale; la più grande catastrofe ambientale a "partecipazione pubblica". La celebre testata inglese Indipendent lo ritiene "il risultato di un patto tra la criminalità organizzata e i poteri forti dello Stato, i servizi segreti e, forse, la massoneria, un patto per salvare l'industria della Nazione", in riferimento alla teoria del dottor Mazza secondo il quale i colpevoli sono disposti a sacrificare la vita della gente e la salute della terra per un valore ritenuto molto più significativo, il denaro.

Ecco dunque il contesto della manifestazione che si è svolta a Caserta, alla fine della quale è stato realizzato un incontro al palazzo del Comune durante il quale gli organizzatori hanno potuto presentare un piano sviluppato su cinque punti principali:

• Il ripristino della legalità;

• L'analisi del territorio;

• I prodotti agroalimentari;

• La piaga delle cave e dei cementifici;

• Le bonifiche.

Sono queste le proposte realizzate da Legambiente, Libera e Fiom in seguito al lancio di un appello per dare voce alle vittime di questo ecocidio/genocidio, per fare in modo che la Terra dei Fuochi non sia più un simbolo della passività nei confronti della mafia, ma che cominci ad essere un ambiente felice, dove vengono tutetali i diritti fondamentali dell'uomo come quello della salute.

Un minuto di silenzio è stato dedicato a chi ha lottato col proprio corpo e ha perso la propria vita. Troppo è già stato perduto, troppo tempo e già trascorso.

AutoreManuela Monteleone


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