Droni a biocombustibile dai laboratori ENEA

La parola drone è un termine che fa paura a molti. Questo veivolo, privo di pilota umano a bordo e controllato in remoto da un computer, ha, infatti, un uso più che consolidato in ambito militare, mentre in pochi ne conoscono le applicazione in ambito civile (per esempio, nella prevenzione e nello spegnimento di incendi o per sorvegliare alcune aree per ragioni di sicurezza, ma c'è spazio anche per il monitoraggio ambientale e, persino, per le riprese televisive e cinematografiche e per gli studi in campo archeologico). Sulla strada di un pianeta che sembra puntare con sempre più decisione verso l'ecosostenibilità e in cui il peso delle macchine sembra destinato a diventare ancora più forte, la tecnologia dei droni ha già cominciato a muoversi verso la filosofia del rispetto ambientale, grazie all'alimentazione per mezzo di biocombustibili.

L'utilizzo dei dreni è ormai consolidato soprattutto in ambito militare

(L'utilizzo dei dreni è ormai consolidato soprattutto in ambito militare)

Questa volta, la novità è tutta italiana e in arrivo direttamente dal Roma Drone Expo&Show, la prima manifestazione in Italia, dedicata a questi velivoli pilotati in remoto. Il 24 e il 25 maggio, lo Stadio Alfredo Berra di Roma ha accolto curiosi e appassionati ma anche, e soprattutto, operatori specializzati. In Italia, infatti, il settore è in rapida espansione e conta tra le 300 e le 400 piccole e medie imprese coinvolte, per un totale di 300/500 droni impiegati in operazioni specializzate.

Accanto al "Predator", il più grande e sofisticato drone attivo sui cieli italiani (con finalità di ricognizione e sorveglianza), nelle mani dell'Aeronautica Militare, l'ENEA ha, infatti, esposto due prototipi di drone con motore a biocarburanti. Le sperimentazioni dell'Ente nel settore dei carburanti bio hanno, infatti, mostrato come quelli di seconda generazione, opportunamente miscelati con combustibili di derivazione fossile, possono essere utili in ambito aeronautico, tra i più grossi responsabili delle cosiddette emissioni a effetto serra.

Il traffico aereo è tra i più importanti responsabili delle emissioni nocive, a effetto serra

(Il traffico aereo è tra i più importanti responsabili delle emissioni nocive, a effetto serra)

I due droni, presentati al salone romano dall'ENEA, sono, dunque, alimentati da due innovative miscele, a base di biodiesel e bioetanolo. Nel primo caso, per ottenere il biocombustibile, si è fatto ricorso a oli alimentari esausti, una tecnologia che sta cominciando a prendere sempre più piede anche in ambito civile. Nel secondo, si è, invece, preferito puntare sulle biomasse, optando per un bioetanolo ottenuto dal loro trattamento. Se tutto questo è stato possibile, dunque, lo è stato grazie alla sinergia tra i diversi ricercatori dell'ENEA, dagli esperti di biocarburanti a quelli in monitoraggio ambientale, passando, ovviamente, per l'osservazione aerospaziale e di robotica.

Intanto, ad anteprima terminata, nei laboratori e nelle sale studio del Centro Ricerche della Trisaia (in provincia di Matera) dell'ENEA, continuano le ricerche sulla produzione dei biocombustibili di seconda generazione, con particolare attenzione per i processi di conversione termo e bio-chimici di materiali lignocellulosici. L'attenzione è, dunque, ora tutta puntata sui processi che ne determinano la gassificazione in idrogeno e ossido di carbonio e la fermentazione dei carboidrati in etanolo, come anche su quelli destinati a produrre idrogeno attraverso la fermentazione delle biomasse e biocombustibile dalla coltivazione di micro-alghe

Nei laboratori ENEA, continuano le ricerche per sviluppare combustibili e carburanti sempre più bio

(Nei laboratori ENEA, continuano le ricerche per sviluppare combustibili e carburanti sempre più bio)

AutoreDott.ssa Morena Deriu


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