Un metodo per liberare gli oceani dalla plastica sfruttando venti e correnti naturali

L'inquinamento creato dalla plastica? E' da tempo un reale ed importante problema che attanaglia un po' ovunque. Troppe volte l'incoscienza ed il mancato rispetto verso il nostro ambiente aumenta costantemente questo inquinamento. Numerose idee sono state portate avanti e da più parti, per giungere ad una soluzione del problema.

Si chiama Boyan Slat, ha solo diciannove anni, è olandese, ed è lui quello che attualmente viene visto come possibile salvatore versus l'inquinamento creato dalla plastica. Nella sua mente è frullata una soluzione, che ha a che fare con il mondo eco-sostenibile. Il ragazzo è saltato alla cronaca per aver progettato un metodo a quanto pare prezioso e convincente, per ripulire gli oceani, senza creare alcun impatto negativo sull'ambiente. Boyan Slat ha presentato la sua brillante dal titolo "Ocean Cleanup" in occasione di una importante conferenza. Gli scienziati e gli ingegneri accorsi sembra che siano stati talmente affascinati sulla fattibilità del progetto e così avrebbero deciso a pieni voti di collaborarvi. Da qui è poi sorta e dilagata anche via internet, una importante campagna di raccolta fondi per sostenere l' "Ocean Cleanup" e liberare così le acque dai rifiuti, dalla plastica. La proposta del giovane apporterebbe benefici alle acque degli oceani con costi minori ed in minor tempo possibile.

 La proposta di Boyan Slat prevede di catturare passivamente i rifiuti che l'acqua trasporta attraverso l'installazione di barriere fluttuanti. Sul sito ufficiale del progetto ecco che emergono in modo dettagliato i "principi" sui quali poggia la brillante idea.

1. Passive collection (raccolta passiva); 2. Capturing plastics, not sea life (Catturare materie plastiche e non la vita del mare);  3. Highly scalable (altamente scalabile). Nello specifico: il primo punto si pone questa domanda: Perché passare attraverso gli oceani, se gli oceani possono muoversi attraverso di noi? Al via allora una serie di barriere galleggianti e di piattaforme capaci di concentrare la plastica prima di estrarla dal mare. Tale processo di raccolta verrebbe realizzato sfruttando al 100% i venti e le correnti naturali. Secondo punto: invece di utilizzare le tradizionali reti, perchè non adoperare barriere galleggianti solide. Praticamente la plastica più leggera e galleggiante viene raccolta davanti alla barriera. Questo progetto è facilmente estendibile coprendo milioni di chilometri quadrati. In circa 400 giorni sono state portate avanti dal giovanissimo Slat le ricerche per verificare i limiti e le possibilità del suo progetto, realizzando poi un dossier di 530 pagine. Secondo Boyan nel giro di cinque anni il perimetro delle strutture di "Ocean Cleanup", potrà eguagliare quello dell'oceano stesso. Il suo dunque rappresenta un metodo realmente fattibile per ripulire una volta e per tutte almeno la metà della plastica la metà della plastica dal Great Pacific Garbage Patch, in soli 10 anni. 

Il "crowdfunding" di "Ocean Cleanup" ha già raccolto in pochissimo tempo circa 759,291 dollari. Per ora ci sono 17.250 sostenitori. L'obiettivo? Raggiungere due milioni di dollari in 100 giorni.

ocean cleanup

(Ecco un esempio di come ognuno di noi, una volta convinto del progetto del ragazzo olandese, può decidere di contribuire alla campagna).

C' è da sapere che ogni donazione corrisponde ad una quantità precisa di plastica rimossa dagli oceani. Per ripulire 1 kg di plastica si può fare una donazione di circa 5 euro. Per partecipare al progetto basta visitare il sito:

https://fund.theoceancleanup.com/donations/new?utf8=%E2%9C%93&donation%5Bcurrency%5D=EUR&donation%5Breward_id%5D=3 e qui fare la personale donazione. 

Intanto continua l' attenta ricerca sulla riuscita del "programma di pulizia" anche da parte dei settori dell'ingegneria, della oceanografia, della economia, del riciclaggio, del diritto marittimo e di altro ancora.

Sempre sul sito del progetto vi è una sezione in cui il giovane olandese viene presentato più a fondo. Si racconta che durante una sua immersione in Grecia, si infastidì notevolmente nel momento in cui si imbattè in più sacchetti di plastica che in flotte di pesci. Da lì gli vene da chiedersi: "perché non possiamo pulire, eliminare, tutto questo?". In seguito, mentre frequentava la scuola secondaria, decise di dedicare un anno e mezzo di ricerche per capire a fondo cosa si intendesse per "inquinamento di plastica", toccando tutti i problemi ad esso connessi per la pulizia.

Tutto questo studio ha alla fine portato Boyan Slat  a partorire il suo progetto sul concetto di pulizia passiva, che ha poi presentato in una conferenza TEDx nell'anno 2012. Il giovane Boyan Slat è stato riconosciuto come uno dei 20 più promettenti giovani imprenditori Worldwide ed è per questo che il suo progetto "Ocean Cleanup" è stato premiato come "miglior design tecnico", presso la Delft University of Technology. 

AutoreDott.ssa Mariagrazia Poggiagliolmi


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