TuNur: il progetto rinnovabile che sfrutta il sole del deserto

Pensa a un sole, a un sole accecante e non potrai che pensare al deserto. Ma cosa succederebbe se si cominciasse a pensare e usare i perenni raggi del sole che batte su queste zone come fonte di energia rinnovabile? Zone deseriche dell'Africa (cominciando dal Sahara) e non solo potrebbero finalmente ricevere tutta la considerazione necessaria a farne dei punti di sviluppo importantissimi per lo sviluppo del solare e del fotovoltaico. E diventerebbero dei punti di partenza per energia pulita da distribuire nel resto del mondo.

Questi sono i presupposti alla base di TuNur, il progetto che coinvolge un gruppo di investitori tunisini in partnership con la compagnia inglese Nur Energie, con sedi nel Sud Europa, nell'Africa del Nord e in Medio Oriente.

 Il sole dei deserti è una fonte ineusaribile di fonti di energie rinnovabili

(Il sole dei deserti è una risorsa inesauribile per le energie rinnovabili)

L'obiettivo di TuNur è, però, quello di andare oltre la semplice produzione e il "banale" consumo di energia solare sul posto. L'energia elettrica ricavata dai pannelli solari nelle zone desertiche della Tunisia sarà, infatti, trasportata direttamente in Europa attraverso una rete sottomarina che attraverserà anche l'Italia, con punto di passaggio proprio nei pressi di Roma. Per questo, si è già cominciato a lavorare a livello burocratico in maniera da sviluppare tutta la legislazione necessaria a facilitare l'esportazione dell'energia elettrica.

Ma in cosa consiste esattamente il progetto TuNur?

Per prima cosa, si tratterà di costruire e, quindi, di gestire una centrale solare termodinamica con una potenza di 2 GW, posizionata nel governatorato di Kébili, nella zona sud-occidentale della Tunisia al confine con l'Algeria. La centrale sarà costituita da migliaia di specchi, ognuno dei quali in collegamento con un computer che ne garantirà costantemente la miglior inclinazione per ottenere il massimo del rendimento. Al centro della centrale, sarà posizionata una torre di sale e acqua, verso cui saranno orientati tutti gli specchi e che, riscaldandosi per le alte temperature, produrrà il vapore necessario ad alimentare una turbina gigante.

Il passo successivo riguarderà, invece, l'installazione del cavo sottomarino, lungo ben 280 miglia (pari a 450 Km e mezzo), che sarà in grado di trasportare i 2 GW di energia sotto forma di corrente continua (HVDC, High Voltage Direct Current). Infine, si tratterà di vendere la corrente elettrica fotovoltaica ai clienti europei  

Il progetto TuNur prevede la distribuzione in Europa dell'energia solare prodotta in Africa grazie a un cavo sottomarino

(Il progetto TuNur prevede la distribuzione in Europa dell'energia solare prodotta in Africa grazie a un cavo sottomarino)

A garantire la possibilità di ottenere ottimi guadagni dalla realizzazione del progetto è la percentuale di irraggiamento dei territori desertici della Tunisia meridionale: addirittura il 20% in più rispetto alle aree dell'Europa meridionale. Ricadute economiche positive arriveranno, inoltre, sull'intera area, dove per ora le attività economiche sono decisamente limitate proprio a causa di quelle condizioni ambientali che la rendono particolarmente adatta all'installazione della tecnologia fotovoltaica. 

Infine, ci saranno ovvie ricadute positive anche per tutti quei Paesi coinvolti nel consumo dell'energia prodotta in Tunisia. Per ora, Nur Energie stima che sarà sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico giornaliero di due milioni e mezzo di abitazioni inglesi. Una bella prospettiva. Per questo, il governo inglese si sta già muovendo per garantire a questo e ad altri progetti interessati allo sviluppo delle energie pulite tutte le sovvenzioni necessarie a renderli possibili.

AutoreDott.ssa Morena Deriu


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