Fotovoltaico sottile e flessibile come un foglio di carta

UN TANDEM DI CELLE FOTOVOLTAICHE

Le celle fotovoltaiche sono il settore nel quale la sfida tecnologica si sta combattendo con maggiore interesse: le ricerche in corso nei laboratori di tutto il mondo continuano a far registrare nuovi, importanti risultati dal punto di vista del miglioramento funzionale e dell'avanzamento tecnologico. La più recente novità, questa volta, arriva dalla Danimarca e porta con sé la conferma ad una tendenza già in atto: quella di poter realizzare, in futuro, celle solari sempre più flessibili e sottili, estremamente versatili e dall'aspetto simile a quello di un semplice foglio di carta.

I ricercatori della Technical University of Denmark, in particolare, sono riusciti a produrre celle fotovoltaiche simili a grandi fogli di carta: la novità non è tanto nella flessibilità e nella sottigliezza del prodotto, ma nella possibilità di realizzare grandi fogli composti di celle organiche in modo estremamente rapido e poco costoso. Tale scoperta potrebbe rivoluzionare il settore, permettendo una rapida produzione su larga scala a costi contenuti e dunque competitivi sul mercato.

La produzione "in tandem" delle celle è stata resa possibile grazie ad un macchinario in grado di stampare rapidamente e giustapporre, uno sopra l'altro, i quattordici strati ultrasottili che compongono le celle unite in un unico lungo foglio, in un modo che ricorda quello delle tradizionali stampanti.

Al momento, le celle messe a punto nel laboratorio danese non sono ancora pronte ad offrire una competitività tale da aggredire il mercato, tuttavia le potenzialità di tale conquista tecnologica sono innumerevoli e ai ricercatori va il merito di avere aperto la strada alla produzione su vasta scala, tramite una tecnologia che permette di scalare le dimensioni del tandem fotovoltaico secondo necessità.

Celle fotovoltaiche organiche

(Celle fotovoltaiche organiche, sottili e flessibili)

VETRO PROTETTIVO FLESSIBILE E ULTRASOTTILE

Non a caso, sono molti gli esperti in tutto il mondo che hanno sottolineato i possibili campi di applicazione che il minimo spessore e l'elevata flessibilità delle celle fotovoltaiche organiche permettono di raggiungere. Il Dott. Fernando Castro, dell'U.K. National Physical Laboratory, ha recentemente affermato tramite le pagine del periodico The Atlantic che le celle fotovoltaiche hanno permesso di sviluppare ricerche per l'applicazione in piccoli device tecnologici, zaini, vestiti e tessuti tessili di vario tipo, comprese perfino tende per le abitazioni. In più, le celle fotovoltaiche non richiedono sole diretto per funzionare e, di conseguenza, possono mantenere la propria efficienza invariata anche in presenza di cieli nuvolosi o in ambiente parzialmente illuminati.

A favore del fotovoltaico organico, inoltre, in confronto ai tradizionali pannelli in silicio, gioca il fatto che i materiali necessari per la produzione sono disponibili a basso costo e hanno un impatto ambientale minore: a questo punto, l'ultimo tassello mancante è soltanto quello dell'efficienza, non ancora ottimale.

Le celle organiche mostrano, in realtà, un altro tallone d'Achille, che gli addetti ai lavori sono però fiduciosi di poter risolvere, come ha recentemente sottolineato Danny Krautz, project manager presso il Fraunhofer Institute for Applied Polymer Research: secondo Krautz, la soluzione potrebbe essere il vetro. Utilizzando un sottilissimo strato di vetro flessibile, si potrebbe proteggere meglio i componenti delle celle solari e garantire ad esse una maggiore resistenza.

Il vetro messo a punto dai ricercatori è flessibile e in grado di tollerare temperature estremamente elevate, tutto questo per uno spessore che a stento supera quello di un foglio di carta. Anche in questo caso, però, gli entusiasmi devono essere parzialmente frenati: come sottolinea l'esperto, i risultati di laboratorio relativi all'efficienza sono sempre maggiori a quelli che si possono ottenere durante la fabbricazione su più larga scala. Il fatto che la commercializzazione non sia imminente, tuttavia, non significa che essa sia molto lontana o impossibile: al contrario, le numerose ricerche in tal proposito dimostrano che le prospettive sono decisamente incoraggianti.

AutoreDott.ssa Martina Pugno


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