Campi fotovoltaici: grande produzione di energia a impatto ambientale quasi nullo
Nella ormai grande varietà dei prodotti che ormai proliferano nell'ambiente dell'impiantistica fotovoltaica, i cosiddetti "campi" stanno rimaneggiando la loro stessa natura.
Un campo fotovoltaico è l'istallazione a terra della tecnologia che permette un accumulo su grossa scala del potenziale solare.
La progettazione prevede innanzitutto un'accurata analisi del territorio ma soprattutto dei domini di criticità, stabiliti nei piani urbanistici e catastali. La grandezza può variare dai 5 ai 20 o oltre MW. Ovviamente, in base alla grandezza del campo si avrà una diretta produzione di energia corrisposto in incentivo dal GSE (Gestore Servizi Elettrici).
(Esempio di un piccolo campo fotovoltaico)
(Esempio di Studio di Fattibilità del Territorio)
I moduli veri e propri dei pannelli, sono solitamente istallati sul una struttura metallica in grado di resistere alle sollecitazioni del vento, delle perturbazioni atmosferiche di vario tipo e anche agli smottamenti tellurici. Anche la resistenza a queste stimolazioni meccaniche ha delle normative vigenti e la struttura portante viene poi ancorata a terra per mezzo di un basamento di conglomerato cementizio armato.
(Struttura dei Moduli per l'ancoraggio dei pannelli)
L'unico prefabbricato previsto in un campo e la struttura per stazione inverter, una cabina anch'essa in calcestruzzo entro la quale vengono istallati un trasformatore di tensione, gli inverter centrali e un sistema di monitoraggio integrato. L'impianto viene poi integrato alla rete elettrica generale.
(Struttura per Stazione Inverter)
Aspetti importanti di questo genere di produzione riguardano l'analisi dell'irraggiamento solare (come ad esempio, una media giornaliera e globale e la produzione elettrica media giornaliera e mensile), da qui una valutazione economica sia sull'investimento del prodotto (che ha come parametri i costi di investimento iniziale e di gestione e i ricavi di produzione e vendita dell'energia elettrica prodotta) che sulla sostenibilità dell'impatto ambientale. Da considerare ultimo ma non ultimo, un importante aspetto per gli investitori, ovvero le Royalties di guadagno per questi privati che investono su questo genere di tecnologia.
Anche se lo sfruttamento intensivo di questa tecnica permette un ampio margine di risparmio e di miglioramento della qualità energetica, impiegandone appunto le qualità naturali, si sono innescati due fenomeni tra il 2007 e il 2010, fenomeni tra loro indipendenti, anche rispetto alla positività degli incentivi. Si è assistito, appunto, all'istallazione a terra di impianti di potenza medioalta che permettono di mantenere una proporzione fra la tecnologia istallata e l'energia acquisita, ma c'è stata una contemporanea occupazione del suolo agricolo. Quest'ultimo fattore ha del negativo, perché grandi porzioni di superficie agricola sono state sottratte alla coltivazione, senza un corretto equilibrio o una giusta mediazione, cedendo anche a stranieri l'uso della terra.
Sono state così pubblicate delle Linee Giuda Nazionali sulla regolamentazione degli impianti, che comprendono numerosi Decreti Legislativi, tra i quali il Dlgs 28/2011 del 5 Marzo e il Dm 5/5/2011 che regolamentano i limiti per gli impianti fotovoltaici istallati sui terreni agricoli e pongono una distinzione, specie il secondo, tra piccoli e grandi impianti. Da questo traspare un certo ostruzionismo per questo genere di tecnologia e una preferenza per gli impianti integrati agli edifici, in quanto si cerca, molto probabilmente a torto, di contenere lo sfruttamento dei terreni agricoli per il fotovoltaico per renderlo alla sua legittima natura agricola.
Tra le motivazioni che si possono evincere dalle suddette preoccupazioni, sicuramente si riscontra il problema del costo/efficienza. Gli impianti fotovoltaici a terra presentano un alto costo di insediamento e progettazione rapportato all'energia prodotta. Questo aspetto sta trovando delle soluzioni per ammortizzare il difetto attraverso la sua integrazione con altri sistemi, tra i quali l'eolico, l'energia da biomassa o lo sfruttamento delle maree, portando l'esempio della Germania, leader in questo settore. Da qui anche una certa non programmabilità dei vantaggi.
(Struttura di un campo fotovoltaico)
Nonostante i difetti che un impianto fotovoltaico possa avere intrinsechi e le normative che ne vietano l'istallazione sui terreni agricoli, resta una grande fonte di ricchezza e biosostenibilità, avendo un impatto ambientale quasi nullo.