Afghanistan: il fotovoltaico arriva ai piedi dei Buddha di Bamiyan
Ci sono posti che solo a sentirli nominare, evocano subito le parole guerra e devastazione, come l'Afghanistan. È proprio da uno dei luoghi simbolo del conflitto che lo ha dilaniato per anni che arriva una buona notizia per il mondo della produzione dell'energia. Stiamo parlando della regione del Bamiyan, situata nell'Afghanistan centrale, famosa per i due buddha giganteschi che, dall'alto dei loro 38 e 53 metri, hanno osservato la valle per 1500 e 1800, prima di essere distrutte dai talebano il 12 marzo 2001.
(Un'immagine del 2001 del Buddha più grande della valle del Bamiyan, prima della distruzione)
Mentre, negli scorsi giorni, il mondo dell'archeologia è stato animato dallo stop, arrivato dall'Unesco, ai lavori di restauro non autorizzati dei due Buddha (divenuti Patrimoni mondiale dell'umanità nel 2003), la valle del Bamiyan è appena balzata agli onori della cronaca per la realizzazione di uno dei più grandi impianti fotovoltaici off-grid (non connesso, cioè, a nessuna rete elettrica) al mondo.
La progettazione e la realizzazione dell'impianto sono state finanziate dalla Nuova Zelanda, all'interno del New Zealand Aid Programme, un programma di assistenza allo sviluppo economico, educativo e sanitario delle zone rurali. Il lato pratico della realizzazione curate è nelle mani di due aziende sempre neozelandesi: la SESI (Sustainable Energy Services International) e la NETcon International Limited, supportate da 15 ingegneri afghani e 40 operai provenienti dai villaggi circostanti. I 118 inverter Sunny Island, i 55 inverter Sunny Tripower, i 4 Multicluster Box e i 79 Sunny Island Charger sono, invece, di provenienza dal filone australiano della SMA (System-Mess Anlagentechnik) Solar Technology, l'azienda leader nella produzione di inverter e sistemi di monitoraggio per fotovoltaico.
(Un'immagine dei lavori di realizzazione dell'impianto off grid nella valle del Bamiyan)
Il risultato è un impianto con una potenza di 1 MW, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 2500 abitazioni, edifici commerciali e governativi in maniera affidabile e sostenibile.
Indubbiamente, si tratta di un importante passo avanti per l'intera area, tagliata fuori dall'approvvigionamento energetico tradizionale. Quanti, infatti, potevano permettersi l'energia, si servivano di piccoli generatori diesel, collegati a moduli fotovoltaici. Ora, invece, tutti avranno a disposizione un sistema integrato e a basso costo, funzionante 24 ore su 24 e anche in condizioni metereologiche avverse, grazie al supporto di un generatore diesel e di batterie.
Speriamo che il nuovo impianto della valle del Bamiyan possa non deludere le speranze di quanti, come Volker Wachenfeld (Senior Vice President Hybrid e Storage di SMA), pensano che possa effettivamente contribuire al miglioramento delle condizioni di vita di un'area devastata dalla guerra.