Decreto taglia incentivi: tutte le novità
TAGLIARE I COSTI DELL'ENERGIA
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il Decreto Spalma Incentivi è ufficialmente entrato in vigore destando non poche polemiche: al centro della nuova normativa, infatti, spicca il taglio alle agevolazioni riservate ai titolati di impianti di energia rinnovabile, con particolare attenzione al fotovoltaico. Ad essere colpiti sono i proprietari di impianti fotovoltaici di taglia superiore ai 200 kw, mentre gli impianti di portata inferiore non saranno soggetti a rimodulazione degli incentivi.
Il decreto è stato pubblicato sul numero 144 del 24/6/2014 della Serie Generale della Gazzetta e contiene disposizioni riguardanti il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico, con l'obiettivo di ridurre i costi delle tariffe elettriche.
Il problema principale degli elevati costi dell'energia in Italia sarebbe infatti dovuto, secondo quanto riportato dal provvedimento, proprio al peso degli incentivi alla produzione di energia elettrica rinnovabile, che rientrano tra i più elevati d'Europa. Inoltre, il costo dell'energia grava sulle bollette a causa degli incentivi, pari al 20% dei costi totali. Il decreto punta dunque ad una rimodulazione in grado di portare modifiche sostanziali a tali condizioni e a rendere l'energia meno costosa.
(Parco fotovoltaico)
DECRETO SPALMA INCENTIVI: COSA CAMBIA
Dal punto di vista pratico, secondo le disposizioni del nuovo decreto legge, per i possessori di impianti fotovoltaici superiori a 200 kw non muterà la portata degli incentivi, ma la loro durata: la stessa cifra verrà erogata, anziché in un arco temporale di 20 anni, in 24. Ai possessori di impianti viene riservata la possibilità di accettare tale condizione in automatico, oppure di richiedere un secondo tipo di soluzione.
Esso prevede la rimodulazione non degli anni ma della quota degli incentivi, in questo caso rilasciati su un arco temporale di 20 anni ma con una riduzione dell'8% della cifra totale. Entrambe le opzioni saranno in vigore a partire dal 1 gennaio 2015, mentre nel caso si scegliesse la rimodulazione della cifra da ricevere totale si dovrà presentare richiesta entro il 30 novembre al Gestore dei servizi energetici.
Le novità interessano anche gli impianti soggetti alle facilitazioni legate al V Conto Energia, anche se in maniera diversa: in questo caso, infatti, l'incentivo si configura come tariffa onnicomprensiva e per questa ragione la riduzione della cifra sarà applicata soltanto alla componente incentivante. Coloro che scelgono di aderire alla rimodulazione possono accedere a finanziamenti bancari con un limite: l'importo dovrà essere al massimo pari alla differenza tra l'incentivo spettante al 31 dicembre 2014 e l'incentivo rimodulato.
Il decreto stabilisce anche nuove modalità di erogazione degli incentivi, che verranno erogati con rate mensili costanti, su base annua, pari al 90% della producibilità media annua stimata per ciascun impianto. A tali rate si aggiunge un conguaglio annuale, riconosciuto entro il 30 giugno dell'anno successivo, la cui cifra sarà basa sulla producibilità effettiva dell'impianto.
VERSO UN FUTURO RINNOVABILE
Puntando alla riduzione dei costi della produzione energetica, il decreto pone anche degli obiettivi per quanto riguarda la diffusione dell'energiA rinnovabile in Italia nel corso dei prossimi anni. In particolare, l'Italia sceglie di puntare più in alto dell'Europa: mentre gli obiettivi comunitari sono fissati al raggiungimento del 17% della produzione energetica lorda derivante da fonti rinnovabili, il target italiano è fissato al 20%.
Questo, sottolinea la Camera,a fronte di una crescita delle energie rinnovabili in Italia che si è rivelata fortissima in questi anni, in grado di portare il Paese alle soglie del raggiungimento degli obiettivi 20-20-20 concordati su scala internazionale, con ben otto anni di anticipo rispetto ai piani. Ora non resta che attendere per scoprire quali saranno gli effetti della rimodulazione degli incentivi.