È ancora conveniente investire nel fotovoltaico? Come? Dove? Un'intervista solare a più mani: la parola agli esperti
Oggigiorno, investire nel settore del fotovoltaico diventa più conveniente che mai. Incentivi e guadagni a lungo termine si uniscono alle prestazioni energetiche a basso consumo e alle limitate emissione di CO2. Dunque, questo preciso settore del rinnovabile unisce il risparmio energetico, il rispetto dell'ambiente e il guadagno economico. Inoltre il trend delle installazioni fotovoltaiche mondiale mostra come il 2013 sarà un anno di notevole crescita per il settore.
Tuttavia, non sempre è conveniente installare i moduli fotovoltaici e non sempre il luogo prescelto è quello giusto. Dunque dove installarli? Considerando che l'Europa inizia a cedere il passo ai paesi orientali, all'America Latina o al Sud Africa, viene spontaneo chiedersi se sia ancora conveniente investire nel vecchio continente e in base a questo, quali siano le opportunità e anche i rischi derivanti da un investimento nei paesi esteri, ad esempio quelli emergenti. Così come viene spontaneo chiedersi quale sia il paese del mondo più conveniente per investire in tal senso.
(Uomini addetti al montaggio di moduli fotovoltaici sul tetto di un'abitazione cittadina)
Per comprendere meglio tutti questi aspetti, ci affidiamo alle parole di alcuni esperti del settore, i quali hanno risposto alle domande di un'intervista realizzata sul portale GreenBiz.it, rilasciando delle dichiarazioni in merito. Le parole sono di Francesco Campus, Amministratore Unico di Energymore srl, di Giorgia Colombo, Responsabile Marketing Ravano Green Power, di Alberto Cuter, Country Manger Jinko Solar e di Averaldo Farri, Consigliere Delegato di Power-One Italia.
Il perché si decide di investire nel settore del fotovoltaico
Risponde Francesco Campus: «L'investimento in impianti fotovoltaici per il comune cittadino o il piccolo consumatore di energia è in linea di massima una saggia e lodevole decisone, sia per l'economia domestica del singolo, della famiglia o della piccola impresa, che per il contributo individuale al passaggio verso energie pulite. Il sistema incentivante in vigore in un dato momento ovviamente può rendere più o meno redditizia l'operazione. E' chiaro che ci devono essere le giuste caratteristiche del sito che rendano idonea l'installazione di un impianto e potrebbero esserci alternative valide, da valutare caso per caso. Se si parla, invece, di grandi impianti bisogna effettivamente valutare una maggiore varietà di aspetti e la complessità del contesto da analizzare è elevata».
La situazione mondiale relativa agli incentivi
La parola a Francesco Campus: «Alcuni paesi hanno avuto, in determinate e brevi fasi del mercato, schemi incentivanti particolarmente attraenti per il ritorno sull'investimento, ma difficilmente sostenibili nel lungo periodo. […]Con la diminuzione del costo degli impianti e dei moduli, comunque si è assistito generalmente a un calo degli incentivi in molti paesi europei, spesso non in misura proporzionale. […]I comportamenti virtuosi della politica, sono quelli che, in alcune nazioni, attraverso il dialogo costruttivo con le imprese hanno generato certezza, stabilità, trasparenza e durata prevedibile di determinate condizioni nel mercato, permettendo agli investitori e alle aziende un orizzonte ben visibile, consentendo di fare scelte calibrate, creando i presupposti per l'erogazione dei finanziamenti bancari e contribuendo a innalzare l'immagine dell'affidabilità di un paese per attrarre investimenti».
Fattori da considerare per un accorto intervento di istallazione fotovoltaica
La parola a Francesco Campus: «Le variabili da considerare sono numerosissime: dalla stabilità all'attrattività del sistema incentivante, dalle difficoltà finanziarie delle imprese e delle nazioni al "rischio paese", dalla radiazione solare annua alle caratteristiche della tecnologia più adatta (e al suo costo in un determinato momento rispetto ad altre). Contano sia il fattore legislativo (la propensione più o meno accentuata di un governo o di uno stato a mutare repentinamente gli schemi di supporto) che il trend del prezzo dell'energia. La storia energetica di una nazione, il mix energetico già presente, le risorse esistenti (fossili e non), dunque le alternative, le caratteristiche e morfologiche di un territorio, il fabbisogno interno attuale e quello previsto, in funzione della crescita economica, industriale e demografica del paese, la classe imprenditoriale con i suoi pregi e difetti. Sono anche rilevantissimi aspetti tecnici-industriali quali lo stato dell'arte delle infrastrutture elettriche, la capacità della rete, (e il piano, più o meno sostenibile di ristrutturarla o potenziarla in tempi coerenti con le possibilità di costruire e allacciare i nuovi impianti). Occorre monitorare i vari paesi verso cui si ipotizza di poter concentrare la propria attenzione e giudicare l'attrattività in funzione del proprio ruolo».
(Pensiline fotovoltaiche in un parcheggio cittadino)
E ancora: «Ed è opportuno verificare, nei limiti del possibile, la coerenza tra gli obbiettivi realisticamente alla portata del paese, il valore dell'energia, il reddito pro capite medio e le leggi vigenti, sempre nell'ottica di prevedere possibili revisioni dovute a sopravvenuta insostenibilità del sistema. C'è una grossa scrematura e selezione delle imprese e degli investitori che aspirano ad ent
rare in un mercato straniero. La corretta scelta dell'investimento nel solare dunque, è una conseguenza anche di una virtuosa attività professionale a monte. Quanto sia attrattivo un mercato dipende comunque molto dalla tipologia dell'investitore, dalla sua propensione al rischio. Risultano essenziali la capacità di ambientarsi, di scegliere partner idonei e leali, il monitoraggio costante delle leggi, e la possibilità di investire in risorse umane qualificate e adeguate. Questo anche nella prima fase in cui sondare e comparare le alternative prima di entrare, con tempismo, nei mercati più adatti alla propria realtà».
La convenienza di investire in Europa
La parola a Francesco Campus: «In questo momento l'Europa, che ha fatto da pioniere mondiale (69% della potenza cumulata nel mondo a fine 2012), è cresciuta solo del 3% nel 2012 rispetto all'anno precedente, rallentando molto, ed è probabile che il 2013 vedrà gli USA e la Cina come principali mercati mondiali. I principali mercati europei dovrebbero rimanere Germania, Italia, Francia e UK, con alcuni punti interrogativi sui cambiamenti in Romania (molto attraente nella sua versione originale), e in Polonia, paesi seppure interessanti, fortemente influenzati dai mutamenti normativi e da continui "rumors" , bozze di decreti che rendono più difficili i finanziamenti in attesa che una nuova normativa venga approvata modificando quella vigente ufficialmente. In Italia, e non solo, è attivo inoltre il mercato secondario, cioè quello degli impianti allacciati, che offre possibilità di buoni ritorni, calcolabili e costituiscono un investimento adatto a chi ha una minore vena imprenditoriale e una minore propensione al rischio. Chi investe nel mercato secondario sono generalmente operatori industriali, holding, fondi di private equity, e fondi immobiliari italiani o stranieri».
I mercati mondiali più promettenti per il fotovoltaico, in questo momento
La parola a Francesco Campus: «I paesi con maggior volume di nuovo installato previsto fuori dall'Europa sono quelli più grandi e più "forti". La Cina potrebbe installare qualcosa intorno ai 10 GW nel solo 2013. Gli USA, incoraggiati dalla rielezione di Obama, sono un mercato in espansione per le rinnovabili (laddove ci sono contratti di lungo periodo per l'acquisto di energia – i cosiddetti Power Purchase Agreement o PPA, indispensabili anche per il project finance) che potrebbero installare 4 GW di potenza nell'anno in corso. Si stanno affacciando come interessanti mercati alcuni paesi dell'Asia, (al di là del Giappone, che è un mercato più idoneo a impianti di piccolo medio taglio, ci sono Tailandia, Malesia, Indonesia, Taiwan), del Sud America (Brasile, Cile, Perù in primis) e dell'America Centrale, in misura assai minore. Diverse società spagnole (developers, EPC e non solo), stanno operando in America Latina come sbocco naturale dopo la drastica riduzione della Spagna. Il Messico avrebbe un potenziale importante ma non sembra ancora intenzionato a sfruttare il solare fino in fondo.
(Moduli fotovoltaici installati su una costruzione edilizia in Africa)
L'Africa, in alcune aree, è oggetto di crescente attenzione, pur presentando difficoltà. Il Sud Africa è già partito da tempo e c'è un interessante potenziale off – grid nell'Africa Sub Sahariana. Cresce l'interesse anche per mercati tutt'altro che facili come Marocco, Senegal, Ghana, Cameroon, Namibia, Tunisia. Il continente africano ha particolare bisogno di adottare tecnologie specifiche in funzione del contesto dell'impianto, (sono spesso considerate come opzioni idonee gli impianti a concentrazione o il film sottile), ed è essenziale agire sul territorio con particolare cura dell'interesse delle popolazioni, quindi con concezioni a volte innovative e sicuramente studiate in loco, concordate, sia per quanto concerne la compagine che lavora che per la tipologia di soluzione. Da non dimenticare anche Arabia Saudita, Iran e India. In ogni caso va analizzato a fondo il sistema con cui viene remunerata la produzione di energia solare (PPA, GCPA, FiT), la bancabilità e le condizioni economiche e di durata del contratto tra il produttore indipendente di energia e il potenziale buyer (la utility, il trader o più generalmente il compratore di energia e di eventuali certificati verdi»). (Fonte greenbiz.it)
Fotovoltaico: qual è il Paese del mondo più conveniente per investire?
La parola ad Alberto Cuter: «Dove investire attualmente è molto difficile da dire, soprattutto perché non c'è nessuno stato che garantisca tariffe di lungo periodo. Per investimenti che vadano al di là del breve periodo, convengono certamente economie stabili come quelle di Usa e Giappone. Sono mercati interessanti, però, anche quelli di Turchia e Nord Africa, oltre alla citata America Latina: Brasile, Cile in particolare. Per quanto riguarda l'Europa, la Romania è un caso emblematico: l'incertezza sui certificati verdi e la situazione sui possibili dazi ha congelato molti progetti e gli investitori sono in una situazione di attesa. A riprova del fatto che servono certezze e stabilità. Cosa che le attuali tariffe non consentono, dato il rischio concreto che le regole del gioco vengano cambiate in corso d'opera».
La parola ad Averaldo Farri: «Tutti i Paesi citati sono interessanti, ma vi siete dimenticati degli Stati Uniti, dove il mercato è davvero liberalizzato e c'è una forte richiesta di energia pulita. Sono gli USA il paese più conveniente in cui nvestire, che non hanno tariffe ma accordi chiamati PPA, che sta per "Power Purchase Agreement". L'energia prodotta può essere rivenduta immediatamente alle utility a prezzi competitivi. Anche il Giappone è interessante sia del punto di vista dell'incentivo, tra i più elevati del mondo attualmente, che della potenza che verrà installata. Ma l'iter autorizzativo, estremamente diversificato in funzione della tipologia di intervento e della capacità installata, e le barriere tecniche, usate a mo' di dazio a tutti gli effetti, lo rendono un mercato molto complesso da attaccare».
La parola a Giorgia Colombo: «In realtà è molto difficile definire il paese più conveniente per investire nel fotovoltaico, primo perché dipende che cosa si intende per investimento (bisognerebbe stabilire se si tratta di un IPP, di un EPC, di un utility etc), secondo perché ognuno dei paesi che citate ha dei pro e dei contro. L'elemento comune, però, è che, in effetti, si tratta di mercati tutti interessanti, primo per gli elevati livelli di irraggiamento solare, secondo per la crescita interna dei consumi e terzo per insufficienza locale di produzione di energia, ad eccezione del Middle East che ha il petrolio, ma oggi si sta rendendo conto che è meglio esportarlo piuttosto che utilizzarlo in "casa" per produrre energia». (Fonte greenbiz.it)