Via l'amianto, sì alle coperture fotovoltaiche: la proposta al Governo
Anno nuovo, vita nuova. Pochi giorni fa è stata recapitata una nuova proposta al Governo allo scopo di valorizzare le energie rinnovabili in Italia. A farsene portavoce è stato il Coordinamento Free – Fonti rinnovabili ed efficienza energetica che riunisce oltre 30 associazioni del settore. L'idea è chiedere infatti la detrazione fiscale del 50% per la sostituzione dell'amianto con coperture fotovoltaiche.
Questo materiale da smaltire, detto anche asbesto, non è altro che un minerale che in passato veniva adoperato per la realizzazione di edifici ed immobili. La sua resistenza al calore e la sua struttura fibrosa lo hanno reso adatto come materia prima per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco, ma la sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l'uso in molti Paesi. Al momento, secondo le stime di Legambiente, le operazioni di bonifica hanno interessato soltanto il 2% circa degli edifici ricoperti da eternit. Gli ecologisti contano ancora 32 milioni di tonnellate di amianto friabile sui tetti di capannoni, abitazioni, scuole e persino degli ospedali. Ogni anno, a detta dell'associazione ecologista, nel nostro Paese muoiono 5 mila persone per malattie causate dall'esposizione all'amianto. Le polveri di eternit, respirate, provocano infatti l'asbestosi, nonché tumori della pleura, ovvero il mesotelioma pleurico e dei bronchi, ed il carcinoma polmonare.
(La proposta al Governo per sostituire l'amianto sui tetti con pannelli fotovoltaici)
Questo tipo di materiale, se friabile, può essere infatti facilmente sbriciolato o ridotto in polvere con la semplice pressione manuale. In queste circostanze le fibre di amianto sono libere o debolmente legate e dunque talmente sottili da rimanere in sospensione nell'aria anche a lungo e risultare facilmente inalabili. Da qui la proposta per ripristinare gli incentivi per la sostituzione dei tetti in amianto con i pannelli solari.
Il sodalizio, che ha lanciato tale idea al Governo, chiede inoltre di trovare una soluzione al vuoto legislativo che si è venuto a creare con le legge 116/2014 (decreto competitività) per la quale sono tenuti a sottoporsi alla procedura di valutazione di impatto ambientale anche impianti di piccola taglia. Tali interventi permetterebbero di conseguire un duplice obiettivo: liberare l'Italia dalla piaga dell'amianto e aumentare la fetta di energia rinnovabile prodotta senza occupare suoli adibiti all'uso agricolo.
"Tali richieste le presentammo già ad integrazione alla scorsa Legge di stabilità per introdurre detrazioni fiscali del 50%, che si applicano anche alla sostituzione di amianto con coperture fotovoltaiche esercitate a livello impiantistico da un soggetto responsabile classificabile come persona giuridica" scrive in una nota il coordinamento Free che ha lottato, inoltre, per la bocciatura dell'emendamento ‘ammazza pellet' che prevedeva l'aumento dell'Iva sul pellet dal 10 al 22% per coprire a livello finanziario il mantenimento delle agevolazioni sul gasolio e il Gpl, come combustibili per il riscaldamento, in alcune zone geografiche. "Il pellet viene usato da circa 2 milioni di famiglie soprattutto in Italia e di fascia medio bassa" ha aggiunto Coordinamento Free – Fonti rinnovabili ed efficienza energetica.