Ultrasuoni per un biogas più efficiente

Utilizzare gli ultrasuoni per migliorare la resa di impianti a biomassa e impattare sulle prestazioni del biogas. Questa è la novità in arrivo dalla Germania (presentata al Bioenergy Italy, dal 5 al 7 marzo a CremonaFiere), dove l'azienda tedesca Weber Entec GmbH è, appunto, impegnata nella realizzazione e nella applicazione degli ultrasuoni agli impianti di biogas. Attraverso questa tecnologia, infatti, tutta la biomassa viene utilizzata e, di conseguenza, il biogas ha prestazioni ovviamente più elevate.

Uno degli stabilimenti della Weber Entec GmbH

(Uno degli stabilimenti della Weber Entec GmbH)

Gli ultrasuoni sono onde meccaniche sonore, le cui frequenze, superiori a quelle normalmente udibili dall'orecchio umano, sono diffusamente utilizzate in campo medico (come, per esempio, nelle ecografie). Sono generati attraverso materiali piezoelettrici (come il quarzo o il titanato di bario), con differenti frequenze d'onda, a seconda del materiale e delle macchine generatrici. 

Ora, sbarcano anche nel mondo delle rinnovabili e, in particolare, nel trattamento delle biomasse per la produzione di biogas. Infatti, nei casi in cui la materia prima da lavorare (la biomassa, appunto) risulta particolarmente difficile da trattare, l'intervento degli ultrasuoni permette di degradarla e depurarla con maggiore facilità ed efficacia. In pratica, quel che succede è che, grazie alla macchina "sonora", la biomassa è letteralmente sminuzzata e, una volta ridotta in particelle più piccole, può essere pompata più facilmente all'interno del digestore, senza influire sull'attività dell'impianto. All'interno del digestore, poi, la biomassa sminuzzata è sottoposta a un processo di accelerazione biologico, che risulta, quindi, favorito. Alla fine, visto che praticamente tutta la biomassa è utilizzata, il risultato è un lusinghiero 25 % circa di biogas in più.

Sottoponendo la biomassa alla macchina a ultrasuoni, si ottiene sino al 25 % di biogas in più

(Sottoponendo la biomassa alla macchina a ultrasuoni, si ottiene sino al 25 % di biogas in più)

Secondo le dichiarazioni di Christian Eichhorst (Direttore generale della Weber Entec GmbH), ad oggi, qualsiasi biomassa può essere sottoposta all'azione della macchina a ultrasuoni, soprattutto quando si tratta di materiali particolarmente difficili da trattare: i risultati saranno, infatti, ancora migliori, perché, mentre sono sminuzzate, queste biomasse perdono tutte le sostanze dannose, pregiudicanti per la produzione e la resa del biogas.

La macchina è, inoltre, estremamente versatile e può essere installata direttamente su un impianto già esistente (non richiede, dunque, nessuna sostituzione o modifica dell'impianto), con il vantaggio di poter verificare direttamente, di propria mano, i vantaggi tra il prima e il dopo dell'utilizzo della macchina a ultrasuoni. Per ora, però, i costi sono abbastanza alti; si parla di 110000 euro per un impianto da 1 MW, che dovrebbero, però, rientrare in tempi sufficientemente ragionevoli, grazie alla produzione maggiorata di biogas. Per questa ragione, anche in Italia (dove questa tecnologia è ancora molto diffusa), sempre più aziende cominciano a mostrare un crescente interesse in tal senso.

La macchina

(La macchina "sonora" risulta particolarmente adatta per le biomasse più difficili da trattare)

La macchina sonora della Weber Entec GmbH promette, dunque, di dare una svolta al settore della produzione di biogas dalla lavorazione delle biomasse, un settore in costante crescita in Italia, dove, secondo i dati del Consorzio Italiano Biogas, la potenza installata supererà molto presto i 1000 MW. In Europa, infatti, i nostri oltre 1000 impianti sono secondi solo alla Germania, mentre, al mondo scendiamo al terzo posto, dopo la Cina.

AutoreDott.ssa Morena Deriu


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