Le infinite potenzialità dell'ecosostenibilità nel rapporto Greenitaly 2013

Tre milioni di nuovi posti di lavoro entro i prossimi anni, con un potenziale che potrebbe arrivare a tre milioni settecentomila.

Non c'è settore economico in grado di generare una speranza nel domani in Italia come quello legato alla green economy.

Il dato emerge dal quarto rapporto elaborato da Unioncamere e dalla fondazione Symbola, presieduta da Ermete Realacci. Proprio quest'ultimo, durante la presentazione del rapporto avvenuta a Milano, ha parlato delle potenzialità del settore come di "Un nuovo paradigma produttivo". Insieme con il noto rappresentante del mondo ambientalista anche il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello e Giuseppe Sala, Commissario unico per l'Expo 2015.

Le cifre raccolte nel rapporto, arrivato alla quarta edizione, sono eloquenti.

Dal 2008, anno considerato come inizio della crisi economica mondiale, ad oggi, 328.000 nuove imprese hanno scommesso sulle direttrici che connotano l'economia green: la riduzione dell'impatto ambientale e il risparmio energetico. Da queste aziende arriverà nei prossimi anni qualcosa come il 38% di tutte le assunzioni previste in industria e servizi.

In numeri, saranno 216.000 su 563.400 totali. Imprese capaci di generare, negli ultimi cinque anni, oltre 100 miliardi di euro di valore aggiunto, il 10,6% del totale. Saranno loro le aziende protagoniste del futuro, e i posti di lavoro che garantiranno saranno quasi totale appannaggio dei giovani. Il 42% delle assunzioni di persone con meno di trent'anni, infatti, arriverà da queste imprese.

Ermete Realacci, presidente di Symbola, in un momento della presentazione del rapporto

Il vantaggio competitivo di questo settore è nella capacità continua di introdurre innovazioni, di processo e di prodotto. Durante il periodo di riferimento del rapporto, infatti, le aziende green hanno coperto il 61,2% del totale degli investimenti in ricerca e sviluppo finanziati nell'intero Paese. Le imprese per l'ottimizzazione della produzione energetica che hanno investito sono il 30,4%, contro il 16,8% che non l'ha fatto.

Elementi, questi, che hanno avuto dirette ripercussioni anche sull'export: il 42% delle imprese green italiane ha esportato, contro il 25% fatto registrare in media dagli altri settori.

Inutile sottolineare come il segno "+" nei bilanci di molte altre aziende aiutate dall'economia green sia pressoché onnipresente. Nel coniderare le risposte fornite dalle aziende interpellate si è generata "eco redditività" per il 21,5% delle aziende manifatturiere italiane che hanno sostenuto investimenti in capitoli di eco sostenibilità.

Il capitolo dedicato ai giovani del quaderno Greenitaly 2013

L'Italia, inoltre, ha rivelato anche un primato non da poco che detiene in Europa. Il nostro Paese è infatti leader nel riciclo, un settore al quale il quaderno di Greenitaly dedica un focus particolare. Ancora pèiù nel dettaglio, l'Italia si piazza in testa alle classifiche per quanto riguarda il riciclo di materie plastiche e tessili. Nel 2010, ultimo anno di disponibilità di cifre complete per l'analisi, i rifiuti avviati non a produzione energetica, invece, sono stati pari a 93 milioni di tonnellate. Un altro dato che indica quanto ancora ci sia da lavorare.

Il lavoro del futuro, dunque, i giovani devono più che mai cercarlo nel green, e chi l'ha detto che si tratterà di lavoro flessibile e precario?

L'ultimo dato emerso dal rapporto, infatti, quadra il cerchio e invita all'ottimismo. In questi settori l'incidenza delle assunzioni a carattere indeterminato sarà del 52%, contro l'assai più modesto 40,5% degli altri settori.

Per i giovani figli della crisi, dunque, un chiaro invito a "scattare" col verde.

Autore Stefano Ricci


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