Quando le multiutility fanno lo sgambetto all'energia solare autoprodotta
In Italia l'energia solare autoprodotta non ha raggiunto ancora quantità elevate, ma dove questo accade, come ad esempio in California, le grandi multiutility cominciano a soffrire la concorrenza.
E contrattaccano.
L'occasione per lo sgambetto la dà un sospetto - solo un sospetto - che grava sulla modalità di conservazione dell'energia nella batteria solare.
PG & E Corporation, Sempra Energy ed Edison International, fra le tre maggiori utility dello Stato californiano, hanno infatti annunciato che introdurranno misure tecniche mirate ad avere la certezza che solo ed esclusivamente l'energia solare verificabile, ovvero quella prodotta da impianti fotovoltaici sul tetto dei consumatori, venga effettivamente immessa nella rete elettrica.
L' industria solare in California è imponente: il giro d'affari è di 2 miliardi di dollari, quasi un miliardo e mezzo di euro, e il governo statale ha puntato molto a sviluppare il settore, anche offrendo corposi incentivi alle famiglie. Così, solo nel secondo trimestre di quest'anno, c'è stato un aumento del 78% tra i californiani che hanno installato i pannelli su tetti residenziali. Una crescita esponenziale che ha, evidentemente, preoccupato le utility.
Così, le tre aziende di servizi pubblici di cui sopra hanno lanciato l'allarme: sostengono che i sistemi di immagazzinaggio delle batterie solari potrebbero, in teoria, essere utilizzati in modo fraudolento.
Infatti sulle batterie solari l'industria punta su una ricerca che corre a ritmi velocissimi, talmente rapidi che è difficile monitorarne tutti gli effetti.
Questo perchè la ricerca della migliore innovazione tecnologica per le batterie è quanto mai necessaria, perché è proprio qui che l'energia prodotta dai moduli fotovoltaici viene immagazzinata, per renderla disponibile quando la luce del sole non è sufficiente a fornire la prestazioni.
Le batterie sono l'elemento più critico di tutto il sistema, perché la tecnologia scelta deve una garantire costante disponibilità ad assorbire ed erogare energia solare in grandi e piccole quantità, fornire una quantità di corrente sufficientemente grande, garantire una lunga durata di vita nel funzionamento ciclico, mantenere l'esercizio con poca manutenzione e avere costi minimi.
Il sospetto avanzato dalle multiutility è che chi ha i pannelli solari potrebbe riempire le batterie direttamente con l'alimentazione proveniente dalla rete, e poi rispedirla sotto un'etichetta falsamente "pulita".
Anche se non ci sono prove che questo stia accadendo, l'industria ammette che le nuove tecnologie che riguardano le batterie, in effetti, sono molto più moderne di quelle usate per le politiche di monitoraggio. Quindi è difficile star dietro alle novità introdotte sul mercato. "Le nostre regole non sono realmente in grado di comprendere in modo efficace problemi di accumulo di energia", ha ammesso Gary Stern, direttore della politica di regolamentazione alla Southern California Edison.
La società sta lavorando con le autorità di regolamentazione del settore per studiare politiche eque e ragionevoli per i sistemi di immagazzinaggio della batteria solare, mentre a livello governativo si elaborano linee guida ufficiali per i fornitori e le utility.
Lo sgambetto di mettere lacci e laccioli al solare termico è riuscito. Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi, si usa dire. Infatti, i lacci e laccioli nuovi si metteranno anche alle utility, perché le nuove norme riguarderanno anche loro.
Questo perchè sono arrivate diverse segnalazioni da parte dei cittadini che hanno pannelli solari che si sarebbero visti applicare, all'improvviso, criteri diversi per la misurazione della energia stoccata. E ci sono anche multiutility che semplicemente rifiutano le misurazioni effettuate dai clienti, pretendendo l'uso di tecnologie differenti dietro pagamento di un "canone di interconnessione".
C'è chi prevede che in futuro si debbono bypassare le multiutility, e che chi produce energia solare debba immettere nella rete quel che vuole, come vuole e quando vuole senza passare dalla multiutility.
Perché non è la prima volta che l'industria del solare viene ingiustamente diffamata e trattata con diffidenza. E chi punta su questo ha cominciato stancarsi di sgambetti, dispettucci e gabelle.