Progetto Onda: l'Italia, gli Arabi e le energie rinnovabili che vengono dal mare

Già il nome "Progetto Onda" parla chiaro; si tratta di un progetto (tutto italiano) per sfruttare l'energia delle onde del mare e convertirla in energia elettrica. Dopo la presa di posizione ufficiale dell'Unione Europea, con il suo "Crescita Blu", e i recenti tentativi americani di estendere lo sfruttamento del moto ondoso di una piscina a quello del mare o, ancora, di sfruttarlo attraverso un tappeto idroelettrico, il settore della cosiddetta Energia Blu arriva al cuore delle rinnovabili italiane, pronto a essere testato nelle acque del Golfo Persico, particolarmente adatte a sperimentazioni di questo genere per via della sua conformazione e delle caratteristiche del moto ondoso. Se la sperimentazione darà i risultati attesi, si potrà pensare a reimportarlo in Italia, in particolare nelle coste meridionali, il cui moto ondoso sembrerebbe particolarmente adatto.

Il Progetto Onda sarà testato nelle acque del Golfo Persico

(Il Progetto Onda sarà testato nelle acque del Golfo Persico)

Iniziamo col vedere nel dettaglio di cosa si tratta.

In sostanza, il progetto prevede l'installazione sul fondale marino di una piattaforma quadrata da 40 metri per lato, da cui partono otto "braccia" galleggianti (con un diametro di 8 metri ciascuna), progettate in conformità con il particolare moto ondoso e la conformazione costiera della zona. Quel che succede è che il volume e il peso di ogni singolo galleggiante è tale da esercitare una forza sia nel momento in cui l'onda sale sia in quello in cui l'onda scende. In condizioni di mare molto mosso, con onde tra gli 1,25 e i 2,50 metri, l'intero sistema sarebbe in grado di produrre 16 MW di energia elettrica. Al momento, si sta valutando se trasformare la corrente a bordo della piattaforma o a terra, tenendo conto della distanza del sistema dalla costa.

Il Progetto Onda prevede l'installazione di una piattaforma sottomarina da cui partono otto galleggianti

(Il Progetto Onda prevede l'installazione di una piattaforma sottomarina da cui partono otto galleggianti)

Ma chi sono gli ideatori di questo progetto che promette una nuova strada per sfruttare energeticamente una delle più grandi risorse del pineta Terra?

All'origine, le menti dell'azienda torinese Cna Meccanica S.r.l., con cui ha collaborato anche il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell'Università degli Studi di Brescia. Il brevetto è stato, poi, acquistato dalla KR Energy, una holding di partecipazioni industriali, attiva nel settore delle rinnovabili. A propria volta, la KR Energy ha, quindi, siglato un accordo con il Khalid Al Hamed Group (dello sceicco di Abu Dhabi, Khalid Bin Ahmed Al Hamed), dando vita a una NewCo, la KRE Gulf, in cui la KR Energy è titolare del 49 % delle quote (il restante 51 % è in mano al gruppo dello sceicco).

Sarà, dunque, la KRE Gulf a occuparsi della realizzazione della prima piattaforma pilota del "Progetto Onda". 

Lo sceicco Khalid Bin Ahmed Al Hamed

(Lo sceicco Khalid Bin Ahmed Al Hamed)

Ma c'è dell'altro.

La partnership tra italiani e arabi prevede, infatti, che la KRE Gulf si occupi anche della realizzazione e sviluppo di un secondo progetto: il cosiddetto "Progetto Acqua". In questo secondo caso, si tratta di mettere in vendita sistemi di produzione di acqua, alimentati da fonti rinnovabili ed estraendola dall'umidità contenuta nell'aria. L'acqua così ottenuta non sarà, infatti, soggetta alle contaminazioni delle falde acquifere o di batteri e altri agenti inquinanti.

Il prossimo passo, per la KR Energy, sembra riguardi il settore della geotermia (come sembra suggerire la trattativa recentemente intrapresa con la Italbrevetti (siglata da un versamento di 300000 euro, in relazione allo sfruttamento di questa risorsa per la produzione di energia elettrica).

AutoreDott.ssa Morena Deriu


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