Non solo rinnovabili. Gli Zero Emission Buildings, un modello ecologico 'dalla culla alla tomba'

Fino a pochi anni fa, con l'espressione "Zero Emission Building" ci si riferiva a quegli edifici la cui produzione energetica, sia termica che elettrica, era priva di quelle emissioni nocive derivanti dall'utilizzo dei combustibili fossili. La definizione, quindi, si limitava esclusivamente all'energia utilizzata per alimentare l'edificio nel suo periodo di utilizzo, per il riscaldamento, il raffrescamento e l'alimentazione elettrica. Si considerava produzione di energia rinnovabile sia quella generata autonomamente dall'edificio (attraverso impianti solari termici, impianti fotovoltaico, impianti eolici e così via), sia quella prodotta off-site, e utilizzata dall'edificio durante il suo funzionamento.

Di recente, tuttavia, si sta cercando di superare questa definizione, estendendo il concetto di "Emissioni Zero" ben oltre gli aspetti relativi alla sola produzione di energia per il funzionamento quotidiano dell'edificio, comprendendo nel concetto di Zero Emission l'intera vita dell'edificio, "dalla culla alla tomba". L'emissione di sostanze nocive responsabili dei cambiamenti climatici, infatti, non si limita esclusivamente alla fase di utilizzo degli edifici. Tutti i momenti di cui si compone il "ciclo di vita" di un edificio richiedono una certa quantità di energia, necessaria per l'estrazione delle materie prime, per la loro lavorazione, per la costruzione delle varie componenti dell'edificio e persino per la sua demolizione e il suo smaltimento alla fine della sua vita.

Zero emission building. La produzione di energia pulita compensa le emissioni durante l'intero ciclo di vita dell'eidificio
(Le fasi del ciclo di vita incluse nei quattro livelli di edifici a Emissioni Zero proposti dal Reaserch Centre on Zero Emission Building. La produzione di energia rinnovabile [il cerchio in verde] compensa tutte le emissioni di gas serra prodotte durante l'intero ciclo di vita dell'edificio. Fonte immagine Reaserch Centre on Zero Emission Building)

Ovviamente un edificio non può incidere direttamente sul tipo di energia utilizzata in momenti lontani dal suo funzionamento quotidiano, ad esempio su quella utilizzata per la produzione dei materiali con i quali è stato costruito. Una possibile soluzione a questo problema arriva dalle recenti ricerche effettuate dal norvegese Reaserch Centre on Zero Emission Building, il quale ha proposto di considerare la quantità di energia prodotta dall'edificio con fonti rinnovabili come una forma di compensazione per le emissioni prodotte nelle altre fasi. Un edificio a emissioni zero, secondo questa definizione, è quindi un edifico in grado di produrre da fonti rinnovabili una quantità di energia abbastanza elevata da compensare quella utilizzata per la produzione dei materiali costruttivi, per la sua costruzione, per il suo funzionamento quotidiano e per il suo smaltimento alla fine del ciclo di vita.

Il centro norvegese ha quindi proposto una classifica di edifici Zero Emission su 4 livelli, a seconda di quante emissioni è in grado di compensare con la produzione autonoma di energia rinnovabile:

  • ZEB – O: La produzione di energia rinnovabile dell'edificio compensa le emissioni di gas serra derivanti dal funzionamento dell'edificio 
  • ZEB – OM: La produzione di energia rinnovabile dell'edificio compensa le emissioni di gas serra derivanti sia dal funzionamento dell'edificio che dalla produzione dei materiali costruttivi
  • ZEB – COM: La produzione di energia rinnovabile dell'edificio compensa le emissioni di gas serra derivanti dalla costruzione, dal funzionamento dell'edificio e dalla produzione dei materiali costruttivi.
  • ZEB – COMPLETE: La produzione di energia rinnovabile dell'edificio compensa le emissioni di gas serra prodotti durante l'intero ciclo di vita dell'edificio: materiali costruttivi, costruzione, funzionamento, demolizione e smaltimento.
AutoreDott.ssa Serena Casu


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