Moss Table e la BioPhotovotaics Technology

Creare energia dalla piante sta diventando possibile grazie ai nuovi sistemi di produzione dell'energia sperimentati nell'ambito della tecnologia BPV, BioPhotovotaics Technology.

Le prime ricerche in questo campo si stanno effettuando al MIT (Massachusetts Institute of Technology), nel dipartimento del Center for Biomedical Engineering, ad opera di Andreas Mershin, fisico e ricercatore. Un progetto parallelo è stato finanziato dal Consiglio di Ricerca di Ingegneria e Scienze Fisiche (EPSRC) ed è guidato dalle più illustri personalità nell'ambito della ricerca di biochimica e scienze vegetali in vari dipartimenti delle università inglesi.

Il progetto di ricerca è stato denominato "Design in Science" e ha preso la forma di un concept che si chiama Moss Table. Il progetto ha degli scopi ben precisi e si propone di dimostrare come anche progettisti e designer sarebbero in grado di sostenere la ricerca scientifica.

BioPhotovoltaic Moss Table_Progetto di ricerca

(BioPhotovoltaic Moss Table_Progetto di ricerca "Design in Science")

Nel dettaglio, gli obbiettivi del progetto sono due. Il primo è di dimostrare come la BioPhotovotaics Technology ha enormi potenzialità anche sulla vita quotidiana, e questo ricade nella scelta di prendere come prototipo un tavolo, ovvero un oggetto domestico e di uso familiare. Mentre il secondo obbiettivo è quello di diffondere maggiormente questa tecnologia e le sue sperimentazioni.

Il Moss Table è un semplice tavolo con lampada incorporata ma, grazie al suo piano di lavoro "riempito" di muschio, dimostrerebbe le incredibili potenzialità della tecnologia BPV.

BioPhotovoltaic Moss Table_Intercapedine per le celle contenenti il muschio

(BioPhotovoltaic Moss Table_Intercapedine per le celle contenenti il muschio)

La superficie di questo tavolo, infatti, presenta un'intercapedine entro la quali sono state sistemate una serie di celle che contengono diverse specie di muschio. Queste vegetano in totale autonomia, hanno acqua e luce per partecipare al processo di fotosintesi clorofilliana e sono in grado, grazie proprio a questo processo naturale, di produrre elettricità.

Il muschio, inoltre, ha un'autonomia di tre mesi e per il biofotovoltaico può anche essere sostituito da cianobatteri, alghe e piante vascolari, secondo altri test su dispositivi diversi.

Il Moss Table ha una dimensione di 1 metro di diametro per 1,2 di altezza e la struttura è realizzata in plastica ABS. Le parti trasparenti, come la superficie del piano del tavolo e la calotta della lampada, sono, invece, in acrilico.

La parte più interessante dell'oggetto è naturalmente il piano del muschio nel quale sono presenti di piccoli contenitori acqua e terra, a loro volta collegati al dispositivo elettrico interno per mezzo di connettori in acciaio inox e elettrodi.

La dimostrazione del Moss Table è stata effettuata al Fuori Salone del Mobile di Milano. Per rendere maggiormente comprensibile il comportamento del muschio e la sua capacità di produrre energia, è stata creata un'animazione grafica di bolle proiettate a muro.

La produzione dell'energia del tavolino ammonta a circa 520 Joule, che corrispondono a 50 milliwatt per metro quadrato. Gli scienziati prevedono che i futuri dispositivi potrebbero essere in grado di generare fino a 3W/m2, un'energia sufficiente ad alimentare un computer per qualche secondo.

Attualmente il tavolo è in grado di alimentare solo piccoli oggetti, come una radiosveglia digitale e la scelta del designer di integrare anche una lampada all'interno del Moss Table sta ad indicare una precisa intenzione per il futuro, o meglio, il suo potenziale tecnologico: si stima che il tavolo arriverà a generare un'energia sufficiente per alimentare un batteria che avrà il ruolo di raccogliere il potenziale fornito dal processo di fotosintesi durante il giorno e di distribuirlo alla lampada durante la sera.

BioPhotovoltaic Moss Table_Lampada e animazione grafica

(BioPhotovoltaic Moss Table_Lampada e animazione grafica)

La tecnologia BPV integra i processi della fotosintesi clorofilliana per la conversione dell'energia luminosa in energia elettrica per mezzo di un insieme di sostanze organiche.

Nello specifico, le ricerche si sono basate sul comportamento del Fotosistema-I (PS-I), un complesso di molecole che è responsabile della seconda fase della fotosintesi, ovvero la fase di fissazione del carbonio, o fase oscura cioè indipendente dalla luce.

Per essere specifici, la fotosintesi è quel processo chimico che coinvolge piante verdi e altri organismi come alghe e batteri i quali producono carboidrati o sostanze chimiche in generale a partire dall'anidride carbonica dispersa nell'atmosfera e nell'acqua in presenza di luce solare. Questo processo, consiste, quindi, in una serie di reazioni chimiche anaboliche, ovvero di sintesi del carbonato.

AutoreDott.ssa Chiarina Tagliaferri


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