Mission: entro il 2015 raggiungere un buono stato ecologico per fiumi e laghi

L'Europa da tempo "tira le orecchie" all'Italia cercando di farle, una volta per tutte, capire l'importanza di giungere ad un "buono stato ecologico" dei corpi idrici. Il 22 dicembre 2015 scade il termine per il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla direttiva europea definita "Water Framework".

Ma dove sono gli interventi di riqualificazione, di rinaturalizzazione, di prevenzione, in una parola "di tutela", previsti? Si riuscirà ad arrivare ad un cambiamento positivo prima la scadenza posta? E non è detto, questa è la preoccupazione di tanti, che non si giunga ad un peggioramento della situazione! C'è il forte rischio che non si riescano ad ottenere gli obiettivi qualitativi previsti dalla normativa. Dire che entro il 2015 fiumi e laghi dovranno essere necessariamente puliti equivale a renderli anche balneabili. Succede che la regione del Piemonte, attualmente rischia una bella sanzione. Per quale motivo? Sarebbe stato stimato che il 47% dei fiumi ed il 61% dei laghi di tale regione non rispetterebbe in pieno le direttive UE.

Legambiente ha di recente organizzato l'evento "Un tuffo nel Po", promosso dall' "European Rivers Network": si sono cioè tenuti tre Big Jump, (tuffi simbolici) in contemporanea ad altri 105 tuffi in tutta Europa. In tale occasione Legambiente ha lanciato un appello molto chiaro e diretto proprio ai rappresentanti regionali. Ha così dichiarato: "Sono urgenti politiche di tutela delle acque. Il rischio è che al danno ambientale si aggiunga la beffa sul piano economico, con pesanti sanzioni comunitarie".

"Un tuffo nel Po" ha riscosso un grande successo con una effettiva affluenza di pubblico, ciò a dimostrazione del fatto che le persone non sono assolutamente lontane dal messaggio espresso da Legambiente. E' necessario, però, sottolineare come in realtà non sia solo il Piemonte ad avere particolari difficoltà nel riuscire a rendere pulite le acque dei suoi fiumi e dei suoi laghi, ma, purtroppo, ciò avviene anche in numerose zone del nostro paese.

Francesca Galante, responsabile campagne di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta ha più volte espresso alla stampa: "Abbiamo voluto richiamare l'attenzione sull'urgenza di serie e concrete politiche per la tutela di fiumi e laghi. Se vogliamo che i nostri corsi d'acqua raggiungano un buono stato ecologico occorre che si adottino piani per ridurre i prelievi a causa dei diversi usi dell'acqua e i carichi inquinanti, ricorrendo anche a misure come la riqualificazione e la rinaturalizzazione delle sponde, la fitodepurazione e la ricerca di soluzioni al problema dell'artificializzazione e dell'impermeabilizzazione dei suoli. Se non dovesse innescarsi questo processo virtuoso – ha continuato la Galante - oltre al danno ambientale si aggiungerebbe la beffa sul piano economico, con pesanti sanzioni per il mancato rispetto delle direttive europee anche a carico della nostra regione".  

"Le amministrazioni regionali – ha commentato Marco Baltieri, responsabile Acqua e Difesa del Suolo di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta - non hanno, in passato, predisposto efficaci strumenti di pianificazione. Ci auguriamo che la nuova Giunta regionale intenda invece impegnarsi in questa direzione".

Legambiente ha effettuato una sorta di monitoraggio dei dati sulla qualità delle acque presenti nel Piemonte. Allo stato di fatto si viene a sapere che: è solo il 52,8% dei fiumi della regione a raggiungere il "buono stato ecologico"; l'85,5% il "buono stato chimico" delle acque. Per quanto riguarda, invece, i 13 laghi monitorati, solo 38,5% raggiungono il "buono stato ecologico"; mentre il "buono stato chimico" è raggiunto dal 92,3%. Per le acque sotterranee? Queste per il 65,2% dei casi non raggiungono il "buono stato chimico".

AutoreDott.ssa Mariagrazia Poggiagliolmi


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