MatHero: il fotovoltaico organico ecocompatibile

Una delle sfide che il mondo del fotovoltaico è chiamato a cogliere e vincere, in nome dell'efficienza e della sostenibilità ambientale, è legato all'inquinamento prodotto al momento dello smaltimento dei pannelli solari, al termine del loro ciclo di vita. Tra i diversi team di esperti e ricercatori sparsi per il mondo e impegnati in questa sfida, in questi giorni, sono balzati gli onori della cronaca gli scienziati del Karlsruhe Institute of Technology, uno dei più grandi e prestigiosi istituti di ricerca in Germania. Il loro obiettivo è la realizzazione di moduli solari, totalmente compatibili sul piano ambientale.

Gli scienziati del Karlsruhe Institute of Technology stanno lavorando alla realizzazione di moduli fotovoltaici totalmente ecocompatibili

(Gli scienziati del Karlsruhe Institute of Technology stanno lavorando alla realizzazione di moduli fotovoltaici totalmente ecocompatibili)

Il progetto, a cui è stato dato il nome di MatHero, è tra i nuovi nati del Karlsruhe Institute of Technology; è partito, infatti, solo nei primi mesi del 2014, ma ha le idee già molto chiare: l'ecocompatibilità dei pannelli che mira a produrre dovrà interessarne tutte le fasi. Niente materiali dannosi per l'ambiente, dunque, sin dalle fasi di fabbricazione per arrivare, infine, allo smaltimento o al riciclo finali del pannello al termine del proprio ciclo di vita. Un fotovoltaico 100 % organico, dunque, da inventare anche grazie ai 3 milioni e mezzo di fondi, stanziati dalla Comunità europea, ma senza rinunciare all'efficienza. Anzi, i ricercatori del KIT si propongono di produrre moduli sempre più efficienti, a costi ridotti e con una durata di vita più lunga.

La strada da percorrere per il team del Karlsruhe Institute of Technology si prospetta, dunque, lunga, a partire dalla messa a punto dei nuovi processi di sintesi per i materiali, completamente ecocompatibili. Una volta compiuto questo passo, sarà già possibile cominciare a fruire dei benefici economici della ricerca. Come, infatti, opportunamente notato dal Dott. Dott. Alexander Colsmann (tra gli studiosi del KIT), il ricorso a solventi ecocompatibili permetterà di ridurre notevolmente le misure di sicurezza (su scala industriale) richieste dall'utilizzo di solventi tossici e, conseguentemente, di cominciare a fruire di costi di produzione ridotti.

Per i prossimi tre anni, il team di esperti del KIT dovrà, quindi, progettare e sintetizzare polimeri organi nel totale rispetto dell'ambiente, per poi procedere (sempre seguendo questo imprescindibile criterio) alla fabbricazione dei moduli e a valutarne la stabilità, per poi essere inserito in un impianto solare off-grid. 

Tra i primi obiettivi del KIT, sostituire solventi tossici con solventi ecocompatibili e ridurre i costi di produzione

(Tra i primi obiettivi del KIT, sostituire solventi tossici con solventi ecocompatibili e ridurre i costi di produzione)

Perché il fotovoltaico organico diventi, dunque, sotto tutti i più di vista effettivamente più efficiente, competitivo e conveniente delle tradizionali celle inorganiche, i ricercatori del KIT dovranno ricorrere a tutte le ultime scoperte del settore, come, per esempio, le particolari tecniche di stampa in 3D. Anche queste, infatti, insieme alla già attuata abolizione dei solventi tossici, promettono di contribuire a una riduzione notevole dei costi di produzione del fotovoltaico organico. Nonostante i passi avanti nella ricerca, infatti, ancor oggi questo continua a essere uno dei principali ostacoli alla sua diffusione sul mercato, per scalzare le più inquinanti e tradizionali celle fotovoltaiche inorganiche.

AutoreDott.ssa Morena Deriu


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