Marroco, l'Italia investe nell'estero

L'estero come la possibilità di uscire dalla crisi. Quante volta abbiamo sentito ripetere questo mantra dalle tv, dai politici e dai più disparati personaggi che ogni giorno affollano le nostre vite. L'estero come possibilità reale per poter investire e far fruttare questo investimento.

Probabilmente è questo che avevano in testa le aziende quali Kenergia, Brandoni Solare, Friem, RSE, Moroni&Partners e Raptech quando hanno messo su il progetto Solar Breeder per la creazione di un distretto industriale totalmente autosufficiente in Marocco.

Esempio di un impianto a larga scala nel deserto

(Impianto fotovoltaico a larga scala nel deserto)

Per la prima volta, dunque, aziende straniere approderebbero nello stato nordafricano del Marocco con l'intera filiera italiana del fotovoltaico e un investimento pari a 22 milioni di euro. A partecipare all'investimento, comunque, sarà anche la società marocchina Societè d'Investissment Energetique che si accollerà circa il 35-40% dell'intero investimento.

Il progetto Solar Breeder prevede la costruzione di un distretto industriale che sarà alimentato con una produzione annua di 50 megawatt ricavata attraverso il fotovoltaico. Ma Solar Breeder rappresenta, tuttavia, un primo approccio per la filiera del fotovoltaico nel paese.

«L'accordo firmato rappresenta solo il punto di partenza di un processo di intese e di investimenti che vedrà coinvolte, oltre alle italiane che ci seguono, anche le banche locali, la Sie e investitori privati» dichiara Giovanni Simoni presidente di Kenergia a capo del progetto. La firma è avvenuta nel corso della fiera Photovoltaica tenutasi a Casablanca e alla quale hanno partecipato anche il ministro dell'energia (Abdelkader Amara), il ministro dell'economia e delle finanze (Mohamed Boussaid), del CEO dell'organo pubblico per lo sviluppo del solare (Masen) e del direttore generale dell'Onee.

Il piano per portare l'energia solare in Marocco non si fermerà certamente qui. L'obiettivo sarà quello di raggiungere quota 2.000 MegaWatt entro la fine del 2019 con la possibilità di allacciarsi alla rete già nel primo semestre del 2015 per gli impianti di media tensione. Alla fine del 2015, invece, sarà possibile l'allaccio per gli impianti a bassa tensione.

Ma al Marocco guarda anche un'altra grande realtà Italiana, Enel Green Power. L'amministratore delegato di Enel Francesco Storace, infatti, ha confermato un'importante gara per aggiudicarsi una parte della produzione eolica del paese. «Il Mediterraneo è per noi un'area strategica», ha dichiarato l'ad in un'audizione alla Commissione Industria del Senato, «Ci sarà un'importante gara indetta in Marocco per un investimento eolico. Noi partecipiamo con Enel Green Power. Questo è un passo importante e imminente.»

All'audizione, l'amministratore delegato, ha anche parlato di altri progetti sempre in Africa. Un'importante gara in Egitto sempre per quanto riguarda l'eolico, un impianto geotermico in Kenya e la ripresa del vecchio progetto di interconnessione della Sicilia alla Tunisia. Infine confermata anche la volontà di voler rivolgersi all'America Latina per nuovi progetti futuri.

Dunque l'Italia volge lo sguardo all'estero e sempre più a Sud, dove il sole splende e ancora una volta vari governi corrono per accaparrarsi fonti di approvvigionamento elettrico. Se volete approfondire il tema dell'energia elettrica da fonti rinnovabili in Africa potete farlo leggendo questo articolo che avevo scritto precedentemente qui su fotovoltaicosulweb.it. Resta ora un unica domanda, il fotovoltaico sarà per l'Africa un punto di emersione dopo anni e anni di sottomissione dei vari governi industrializzati?

AutoreDott. Giovanni Rispo


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