Combattere lo spreco alimentare, una priorità per l'Italia

Difendere l'ambiente non significa soltanto avviare strategie economiche sostenibili, ma vuol dire anche trovare soluzioni per combattere lo spreco di cibo, in quanto le tonnellate di alimenti buttate via ogni anno diventano rifiuti da smaltire.

In virtù di questo, il Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando ha avviato il Programma nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (Pinpas), inserito nel Piano nazionale di prevenzione dei rifiuti.

Il gruppo di lavoro scelto per occuparsi dell'iniziativa conta, tra le sue fila, personalità importanti provenienti dal mondo universitario, scientifico e culturale. Coordinato da Andrea Segrè, docente dell'Università di Bologna, a capo della società Last Minute Market, comprende, infatti, lo scienziato Vincenzo Balzani, la regista Maite Carpio, l'attore Giobbe Covatta e la scrittrice Susanna Tamaro.  
Ognuno di loro si è distinto, nel corso del tempo, per l'interesse e l'impegno a favore di progetti di solidarietà.

Il Pinpas si svilupperà grazie alla partecipazione di associazioni, imprese, organizzazioni interessate ad offrire il proprio contributo nella lotta contro gli sprechi di cibo.  Convocate il 5 febbraio 2014 in un'assemblea avranno l'opportunità di esprimere pareri, di manifestare il proprio punto di vista, di suggerire strategie di azione e soluzioni da attuare per migliorare le cose.
In questo modo la giornata potrà diventare la Giornata Nazionale di lotta allo spreco alimentare.

La giornata contro lo spreco alimentare(Fonte della foto bellaonthebeach)

Il primo incontro si svolgerà in tre fasi:

  • un'analisi della situazione attuale per individuare le cause e le misure adottate dalle altre nazioni in merito al cibo finito nelle discariche;
  • uno studio per una campagna di sensibilizzazione da rivolgere ai consumatori, per invitarli a non buttare via i propri alimenti;
  • una valutazione delle possibili proposte da applicare in Italia per contrastare il fenomeno dello spreco alimentare. 

La riunione si concluderà con un "Protocollo d'Intesa" e sarà aperta dalla presentazione di un "Piano di lavoro", con il quale si esporranno le varie fasi da seguire fino ad arrivare alla pubblicazione vera e propria del Programma nazionale di prevenzione dello spreco alimentare.

I dati fino ad ora forniti dall'Osservatorio Waste Watcher sono alquanto sconfortanti, poiché mostrano la tendenza delle persone ad acquistare e consumare quantità di cibo scorrette. In base all'indagine risulta che il 38,94% delle persone dichiara di essersi disfatta dei propri alimenti perché ammuffiti, il 32,31% perché scaduti, il 26,69% perché rovinati, in particolare nel caso della frutta e della verdura, il 25,58% perché ritenuti non buoni. Il resto degli intervistati si divide tra un'errata quantità di alimenti cucinati o comprati e cibo sgradito al gusto dei commensali.

Tuttavia sembra che i cittadini, almeno nell'ultimo periodo, siano coscienti di dover fare qualcosa per contrastare tale fenomeno. Secondo alcuni si dovrebbe partire dalle scuole insegnando agli studenti a non sprecare il cibo. Altri vorrebbero delle etichette alimentari più chiare e dettagliate, altri suggeriscono addirittura di imporre delle tasse in relazione alla quantità di sprechi alimentari prodotta da ciascun individuo.

Se si riusciranno ad applicare con successo delle iniziative in questo ambito i risultati ottenuti sarebbero notevoli. In proposito, gli studi condotti da Last Minute Market dicono che in Italia si recupererebbero circa 1,2 milioni di tonnellate di derrate abbandonate nei campi, 2 milioni di tonnellate di cibo appartenente all'industria agro-alimentare e oltre 300 mila tonnellate di alimenti provenienti dai distributori.

Non ci resta che aspettare e vedere cosa accadrà dalla messa in opera del Programma nazionale di prevenzione dello spreco alimentare.

Fonte
Un anno contro lo spreco

AutoreDott.ssa Elisabetta Rossi


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