L'Italia, paese europeo: il presente e le proposte future per le energie rinnovabili
Ben 5.700 MW di nuovi impianti basati sulle energie rinnovabili come il fotovoltaico, l'eolico e le biomasse, sono stati istallati in Italia nel corso di tutto il 2012. I dati, forniti dal GSE, mostrano come, in un clima di sconforto, dettato dalla crisi economica e istituzionale, il rispetto della natura porta gli Italiani ad unirsi e ritrovare le forze per sperimentare nuove vie.
(Immagine di un pianeta terra diviso tra il grigio delle energie convenzionali e il verde delle enrgie pulite)
Le energie rinnovabili, infatti, stanno pian piano ritagliandosi un importante spazio all'interno del panorama della produzione energetica italiana, come afferma il Presidente dell'Associazione produttori di energia da fonti rinnovabili (Aper), Agostino Re Rebaudengo, «Il settore si è confermato come uno dei comparti maggiormente in crescita nell'intero contesto economico nazionale. Sarebbe auspicabile che i positivi risultati fino ad ora raggiunti non venissero vanificati da politiche inadatte a promuovere un sempre maggiore utilizzo di fonti rinnovabili» e ancora «La nostra speranza è che il governo che verrà, in conformità ai vincolanti obiettivi europei e alla Strategia Energetica Nazionale (SEN) recentemente approvata, adotti una politica coerente, come suggerita dalle 26 azioni per lo sviluppo delle rinnovabili elettriche in Italia, proposte dalla nostra Associazione e sottoscritte dai principali partiti politici prima delle elezioni». In effetti, la crescita e l'impegno del settore delle energie rinnovabili porterà ben presto il nostro paese ad essere indipendente dall'esportazioni di gas e petrolio dall'estero e impiegare le fonti inesauribili made in Italy ci permetterà di possedere un serbatoio di energie a costo zero.
I SISTEMI DI ACCUMULO
Il più grande ostacolo alla diffusione capillare del rinnovabile è costituito dalla mancanza di continuità, pertanto, bisognerebbe adottare sistemi di accumulo che permettano un rendimento netto più elevato, grazie al sistema di carica-scarica, in modo tale da garantire l'utilizzo di energia in ogni momento: ciò è particolarmente indicato per le energie come l'eolico e il solare. L'accumulo permetterà di programmare l'energia dalle fonti rinnovabili almeno per il soddisfacimento domestico e industriale. Per far sì che il rendimento sia sufficientemente alto bisognerebbe che l'energia utile netta, detratta dell'energia spesa per il funzionamento dei sistemi di accumulo, sia maggiore del 70% dell'energia in entrata. Inoltre, il futuro del rinnovabile, dovrebbe consentire di raggiungere i costi dei sistemi, soprannominati intelligenti, ovvero inferiori, in modo tale da promuovere l'impiego totale di energie rinnovabili.
(Schema di accumulo di energie rinnovabili)
Averaldo Farri, consigliere delegato di Power One Italia, prevede una produzione di sistemi di accumulo graduato, infatti asserisce «Inizialmente si tratterà di una produzione limitata all'assemblaggio e al test dei sistemi di accumulo, per arrivare, nell'arco di un paio d'anni, a una produzione vera a propria di tutte le parti componenti il sistema» e ancora «Dobbiamo maturare certe conoscenze tecnologiche che, adesso, non possediamo ed è per questo che pensiamo di impiegare un paio d'anni prima di riuscire a produrre tutto il sistema interamente in Italia». I primi risultati di mercato saranno sicuramente inferiori alle aspettative e l'accumulo si aggirerà intorno ai 250-300 MW all'anno, tuttavia, non è errato considerare che, raggiunto un livello di prezzo adeguato e competitivo, nel giro di tre e cinque anni, il mercato sarà maturo e potrebbe raggiungere 1 GW all'anno.
Il video che segue mostra quanto sia efficiente, comodo e funzionale il sistema di accumulo per uso domestico
(Video by AstRinnovabili)
L'AUTOPRODUZIONE DI ENERGIA
Affinché l'Italia faccia un ulteriore passo verso l'utilizzo al 100% di energie rinnovabili, è necessario che un altro tassello sia ben ancorato all'intero puzzle, ovvero l'autoproduzione di energia. Sarà facile intuire che senza un sistema di accumulo che garantisca una fornitura di energia per ventiquattro ore, nessun tipologia di autoproduzione, sia privata, sia quella di più ampio raggio può essere attuabile.
SFIDE FUTURE PER L'EUROPA
Il 19 marzo la Commissione energia del Parlamento europeo ha approvato, con 49 voti favorevoli, una risoluzione che mette in evidenza «La necessità di un sistema più integrato a livello europeo per la promozione delle energie rinnovabili». Dunque l'invito all'UE di proporre e adottare nuovi obiettivi e soluzioni, al fine di incrementare gli investimenti a partire dal 2020.
Le parole del relatore tedesco Herbert Reul sono illuminanti «Il rapporto offre una panoramica realistica sulle sfide future per le energie rinnovabili, ma anche le opportunità che ne derivano. Tutti noi ci aspettiamo che la quota di energie rinnovabili cresca, ma riusciranno ad adattarsi alla crescita solo se saranno realizzate le infrastrutture necessarie. Le fonti rinnovabili intermittenti non hanno bisogno solo di un back-up flessibile e dello stoccaggio di energia, ma anche di un ammodernamento della rete infrastrutturale esistente, il che è piuttosto costoso, quindi dobbiamo fare tutto il possibile per ridurre i costi delle energie rinnovabili. Il nostro accordo attuale con una vasta gamma di differenti meccanismi di sostegno non è certo ideale, soprattutto per quanto riguarda il mercato interno dell'energia. In futuro dovremmo trovare un approccio più europeo. Le enormi potenzialità di diversi Stati membri devono essere utilizzate».
(Immagine pianeta terra alimentato dalle energie rinnovabili)
In effetti il vero problema e ostacolo all'interno dei progetti sul rinnovabile dell'UE consiste nell'esistenza di differenti stadi, modelli e maturità di tecnologie e di promozione delle energie rinnovabili. Ciò determina un'inefficienza «nel commercio transfrontaliero di energia elettrica» che spinge gli eurodeputati ad avanzare la proposta che «Un sistema più integrato a livello di Ue potrebbe contribuire a fornire un migliore quadro costo-efficienza» e per tale motivo chiedono alla Commissione europea «Di valutare le potenzialità di un meccanismo europeo per la promozione delle energie rinnovabili», quindi un obbiettivo fissato per il 2030 che permetta di ottenere una quota di adesione e produzione di energia rinnovabile sempre più elevata.