Tornado Like: il lungo calvario dell'eolico del futuro

Un impianto eolico senza pale al posto delle altissime torri aerogeneratrici: questo è il prototipo di una proposta alternativa e presentata come maggiormente efficiente, funzionante anche in condizioni poco ventose e contrapposta alle sempre contestate installazioni eoliche comuni. Volete conoscerne la storia? Proseguite allora nella lettura

La storia e le caratteristiche dell'eolico tornado

Una struttura che lascia immediatamente correre l'immaginazione verso lo spazio, attraverso una forma conica simile a quella di un caratteristico razzo o navicella aerospaziale, di una grandezza relativamente corrispondente ad una minima metratura: questo è Tornado Like, il prototipo innovativo progettato da un team di ingegneri russi e sviluppato dalla Western Co, società italiana operante nel settore delle tecnologie innovative applicate alle energie rinnovabili e sita nel comune marchigiano di San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno.

Realizzazione grafica di tornado like

(Ricostruzione grafica di un esempio di integrazione architettonica di un prototipo di Tornado Like)

Presentato in occasione del Summit Europeo sull'Energia Alternativa Lavori Verdi svoltosi a Firenze nel 2009, il progetto, dell'altezza di soli 3 metri, possiede il vantaggio del non possesso di pale, fattore che lo porta ad essere meglio mimetizzabile nei confronti dell'ambiente. L'aria, penetrando dalla base e dentro la macchina, subisce una modificazione del flusso corrente in uno stato di vortice ed in incremento di potenza, fino al raggiungimento della sommità del dispositivo, locazione sulla quale sono collocate le turbine atte alla generazione di energia elettrica.

(Estratto della presentazione di Tornado Like al Summit Europeo sull'Energia Alternativa del 2009)

Tornado Like a confronto con l'aerogeneratore tradizionale

Certamente il primo confronto, rispetto ai sistemi tradizionali, punta sull'impatto visivo: un aerogeneratore conosciuto e tradizionalmente atto allo sfruttamento dell'energia eolica, raggiunge mediamente le altezze di venti o trenta metri. Tornado Like non supera i tre metri, dimensione in previsione di ulteriore minimizzazione. Questo porrebbe presumibilmente porre, se non una fine, una riduzione delle consone polemiche a livello di degradazione estetica del paesaggio, tipico argomento di dibattito riversato da agricoltori, cultori del pesaggio, naturalisti e aziende stesse, contro l'impiantistica classica a sfruttamento dell'energia ventosa.

Immagine di un grande generatore eolico

                                (Immagine di un immenso generatore eolico tradizionale)

Successivamente, l'eolico tradizionale pone il problema della ventosità. Tornado Like invece, si pone come sistema di accelerazione dell'aria recepita ed in grado di creare un effetto like a tornado, come appunto dice il nome stesso della macchina, atto a muovere le turbine e produrre dunque instancabilmente energia grazie ad un processo di incrementazione captativa anche su zone dove la velocità del vento è stimata in appena due metri al secondo. La resa energetica è inoltre superiore a quella di un normale aerogeneratore ed i costi risulterebbero di livello inferiore, fino ad una percentuale del 30%.

Tornado Like a paragone di un reale tornado 

       (La struttura interna di Tornado Like posta a paragone con l'immagine di un reale tornado)

Cosa è successo dal 2009 ad oggi

Alla metà del 2009, lo spettacolare strumento innovativo si avviava verso la conclusione di un'importante fase di sperimentazione. L'installazione di un primo impianto era prevista all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sito a cavallo tra le regioni Marche e Umbria e tra le provincie di Fermo, Macerata, Ascoli Piceno e Perugia, entro pochi mesi dalla conclusione dei regolari test. Successivamente, avrebbe dovuto iniziare la messa in produzione dell'impianto. Tutto questo però non avvenne.

Veduta del parco sibillino

(Scorcio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sito della presunta installazione del prototipo di Tornado Like)

I test proseguirono nel 2010, effettuati da un consorzio di aziende hi-tech situate nelle regioni Toscana e Marche in collaborazione con l'Università delle Marche e il Cnr di Firenze e la messa in produzione, alla fine, subì un fermo burocratico, protrattosi fino alla metà del mese di Agosto dello scorso 2012.

La verità sulle problematiche intercorse

Per quanto riguarda il fattore produttivo, si parlò di difficoltà di esportazione in riferimento ai pezzi costruttivi provenienti dalla Russia. Questa spiegazione, in realtà, coprì un altro problema di stampo nazionale: il comune di Volterra, sito ricco di importanza storica, architettonica e paesaggistica, situato nella provincia di Pisa e, negli ultimi anni, forte di un incremento di popolarità e conseguente espansione turistica grazie alla citazione del luogo e successive riprese per la trasposizione cinematografica di una famosa serie di romanzi americani, la Twilight Saga della scrittice Stepheny Meyer, proibì l'istallazione di Tornado Like allo scopo dell'assoluto impedimento della deturpazione del paesaggio del suggestivo borgo toscano.

Immagine di Volterra

                                         (Suggestiva immagine del Comune di Volterra)

A questo seguirono i problemi di installazione. La Valutazione di Impatto Ambientale VIA, venne depositata soltanto alla metà del mese di Febbraio del 2011 presso la Provincia di Ascoli Piceno, dalla quale fu approvata nove mesi dopo, nel Novembre dello stesso anno mentre l'approvazione del progetto esecutivo, da parte dell'Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, era prevista un mese prima, in Ottobre. L'appalto dei lavori quindi, slittò in finale al 31 Gennaio 2012.

L'installazione, prevista precisamente sul Colle le Cese, sito oltre i 1500 metri di altezza, venne però immediatamente sospesa a causa del grande gelo e delle incredibili nevicate che travolsero l'Italia nel periodo. Un verbale di ripresa venne successivamente redatto alla fine del mese di Giugno 2012 ma nuovamente sospeso per l'interesse del Parco e del gestore del rifugio: dato il periodo estivo di massima affluenza turistica, si preferì la posticipazione dei lavori alla fine di Agosto.

Il progetto esecutivo ed il finanziamenti concessi dalla Regione Marche, prevedevano una fine per il 31 Dicembre 2012, data relativa agli ultimi aggiornamenti in nostro possesso. Non ci resta dunque che aspettare di poter vedere, un giorno, la realizzazione dell'eolico del futuro.

AutoreDott.ssa Elisabetta Berra


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