Il mattone fotovoltaico in vetro per edifici ecosostenibili
Sono tante, in Italia e nel mondo, le Startup, nate da menti creative di giovani universitari, idee in molti casi vincenti, che devono far fronte ad una serie di problemi legati alla legislatura, ai fondi per lo sviluppo del progetto, alla credibilità che nel nostro Paese è dura da conquistare.
Un progetto di bioedilizia decisamente innovativo e che ha tutte le carte in regola per essere inglobato a pieno dal mondo dell'ingegneria edile e dell'architettura, viene da uno dei tanti promettenti e giovani italiani: Marco Morini.
Ingegnere di 25 anni, dottorando senza borsa del XXVI ciclo del dottorato di ricerca in Architettura dell'Ateneo di Palermo, è riuscito ad aggiudicarsi una delle 10 borse di studio del Concorso Barilla per i giovani, del valore di 40mila euro.
L'idea è quella di un "mattone fotovoltaico in vetro" e parte dallo spin off accademico SBskin, fondato dalla Professoressa Rossella Corrao con Luisa Pastore, Santi Cucco e lo stesso Morini.
Morini, project manager della startup, spiega che "il lavoro ha condotto al progetto tecnologico ed alla brevettazione di componenti traslucidi multifunzionali in vetromattone, preassemblati a secco e precompressi, in grado di produrre energia grazie all'integrazione con celle solari di terza generazione (DSSC o OPV) ed idonei per l'installazione in edifici a notevole sviluppo verticale ed in contesti climatici".
(esempio di applicazione di mattone fotovoltaico in vetrocemento. Fonte www.sbskin.it)
Per quanto riguarda l'ecosostenibilità del progetto, il vetromattone risponde in pieno alle esigenze di adeguamento energetico degli edifici, soddisfando oltre a requisiti di benessere e di aspetto gradevole, la necessità sempre più impellente di ridurre i consumi energetici, le emissioni di CO2 nell'aria e di produrre energia pulita.
Il mattone integra dei moduli fotovoltaici, con la tecnologia dei blasonati pannelli di terza generazione. Ma a differenza di questi, le funzioni di inglobamento dell'energia vengono svolte dalla struttura semplice del mattone in vetrocemento, che può essere quindi utilizzato per la costruzione di una facciata. Dagli studi portati avanti da Morini e i suoi colleghi, le performance energetiche e le virtù statiche sono ottimali, dunque i moduli di SBskin possono essere utilizzati anche in condizioni climatiche avverse e in edifici piuttosto alti.
Con il progetto che i quattro giovani ingegneri stanno portando avanti, si conferma sempre più la necessità di integrare la tecnologia dei pannelli solari nella struttura stessa dell'edificio. La sfida è di rendere le nuove tecnologie per il risparmio energetico e per la sostenibilità ambientale, totalmente inglobate nell'edificio, negli elementi costruttivi stessi.
Negli ultimi anni sono stati molti gli studi orientati a tale scopo: Broessel, vede nelle sue sfere di vetro (Rawlemon) l'innovazione che si sostituirà ai pannelli solari e renderà gli edifici ancora più belli. Ci sono poi le tegole che sfruttano le capacità di accumulo energetico delle celle solari montate al loro interno e, adesso, questa nuovo modello di mattone, studiato da Marco Morini e dai suoi colleghi.
In attesa di sapere se il mercato edilizio sarà pronto ad inglobare innovazioni di tale portata, possiamo solo sperare che menti come quelle dell'ing. Morini non fuggano all'estero, ma possano trovare le giuste condizioni e la possibilità di sviluppo della loro idea, qui in Italia.
Fonti
www.sbskin.it