Il fotovoltaico è un'opportunità lavorativa mondiale per il futuro
L'universo delle energie rinnovabile lentamente si sta trasformando in un grande business che si traduce, soprattutto, in una grande opportunità occupazionale. Sono circa sei milioni e mezzo le persone impiegate nel settore, è questo il dato di aggiornamento sull'occupazione nel settore di IRENA, l'Agenzia per le energie rinnovabili, che sottolinea il ruolo importante che le rinnovabili hanno nella creazione di occupazione e nella crescita dell'economia globale. La revisione annuale analizza in generale una crescita costante dell'occupazione nell'universo delle energie rinnovabili in tutto il mondo: secondo il report consegnato l'anno scorso erano 5,7 milioni le persone impiegate (quindi ottocentomila in meno, che si traduce nel 2013 in una crescita del 14%).
I paesi dove si registra una escalation sempre più marcata dell'occupazione sono la Cina, il Brasile, gli Stati Uniti, l'India, la Germania, la Spagna e il Bangladesh. La Cina è il paese che è riuscita a creare il maggior numero di posti di lavoro grazie ai pannelli solari. E non è un discorso che riguarda la produzione, poiché le eccedenze degli anni precedenti hanno permesso di soddisfare ampiamente la domanda attuale senza dover incrementare, sono i montatori che fanno numero e differenza. Infatti, le installazioni nel giro di due anni sono cresciute di cinque volte. In Giappone si sta verificando qualcosa di simile, ma in generale la tendenza è in crescita in tutto il mondo.
(la Cina è uno dei paesi con la maggiore crescita occupazionale)
Ma come vanno le cose in Italia? Nelle fonti IRENA il nostro paese non viene nominato, a causa del fatto che probabilmente la forza lavoro è diminuita. Dopo un boom iniziale, c'è stata un'inversione di tendenza che ha portato ad una riduzione del numero di nuovi impianti da fonti pulite costruiti. Le cause sono da ricercare molto probabilmente negli incentivi mal gestiti e schiacciati da un apparato burocratico complesso. I settori giusti per l'economia al momento sono il fotovoltaico di piccola dimensione, le biomasse, l'eolico e il solare termico. Ma nella sola regione Lazio si registrano invece circa duecentomila posti di lavoro. Il bilancio è stato tracciato dal Gse (Gestore servizi energetici) in un convegno sul nuovo piano energetico della Regione Lazio. Numeri che sono sicuramente un indicatore importante in questo drammatico scorcio storico di sfiducia e disoccupazione, e che mostrano l'importanza di un settore (che a parità di investimenti) produce molto più lavoro rispetto ad altri comparti energetici. Nell'anno 2012 a fronte di un investimento di oltre dodici miliardi di euro, oltre centotrentasettemila persone sono riuscite a trovare un lavoro nei nuovi impianti di energia pulita, e circa cinquantatremila nella gestione di quelli esistenti.
Eppure l'Italia nel 2010 era il secondo mercato mondiale del fotovoltaico, dopo la Germania, il che si traduce nella creazione di più di centomila posti. Dal 2008 al 2012 la produzione di energia elettrica da fonte solare è passata da 0,2 TWh a 18,9 TWh (ovvero quasi la metà della produzione di tutti gli impianti idroelettrici operativi in Italia). Il tasso di crescita del settore è stato del 300% annuo. E attualmente, l'energia elettrica che generiamo con il sole equivale alla produzione di un paio di moderne centrali nucleari. Una capacità produttiva realizzata in soli cinque anni. Da sottolineare che l'energia fotovoltaica ha una propria incentivazione dal 6 luglio 2013 soltanto per i privati, attraverso la detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute: come per molti interventi di ristrutturazione edilizia o manutenzione straordinaria.