Haiti: la strada per la ripresa passa dal fotovoltaico

Poco più di quattro anni fa, il 12 gennaio 2010, la terra tremava ad Haiti; ad oggi (secondo i dati della rete di associazioni umanitarie di Save the Children), ancora 60000 bambini vivono nei campi per sfollati e 100000 soffrono di malnutrizione in tutto il Paese. Mentre le vittime ammontano a 220000 e i danni sono ancora tutti da accertare, circa l'89 % degli sfollati ha abbandonato i campi e dalla nazione, situata nel Mar dei Caraibi, cominciano ad arrivare segni di ripresa.

Ancora oggi l'ammontare dei danni provocati dal terremoto del gennaio 2010 resta da accertare

(Ancora oggi, ad Haiti, resta da accertare l'ammontare dei danni provocati dal terremoto del gennaio 2010)

La via della ripresa dal terremoto (che ha raggiunto il settimo grado della scala Richter) batte la strada delle energie rinnovabili, a partire dal nuovo Hôpital Universitaire di Mirebalais (una cittadina di 15000 abitanti, a circa 50 chilometri da Port-au-Prince, la capitale), il più grande ospedale al mondo interamente alimentato da energia fotovoltaica. 1800 pannelli fotovoltaici coprono e alimentano energeticamente una struttura di 600 posti letto (destinati preferibilmente alle donne delle campagne), inaugurata nel 2009 e ampliata dopo il sisma grazie al contributo della Off-Grid Solution, azienda statunitense leader nel settore del fotovoltaico rinnovabili.

Parte dei 1800 pannelli fotovoltaici che coprono l'Hôpital Universitaire di Mirebalais a 50 Km da Port-au-Prince

(Parte dei 1800 pannelli fotovoltaici che coprono l'Hôpital Universitaire di Mirebalais a 50 Km da Port-au-Prince)

Sulla stessa via, andrà, inoltre, citata un'altra importante campagna all'insegna della sostenibilità: grazia alla campagna "buy one, give one", per ogni lampada solare WakaWaka comprata, ne viene inviata una in un paese in via di sviluppo o, appunto, ad Haiti. Si tratta di lampade al LED a energia solare, con alte prestazioni ed ecosostenibili; le batterie si ricaricano, infatti, grazie alla luce solare e garantiscono sino a 16 ore consecutive di illuminazione, su diversi anni di utilizzo giornaliero. Entro l'estate, saranno state consegnate circa 12000 lampade, tra villaggi off-grid e campi profughi, ma (va detto) negli ultimi quattro anni, diverse ONG hanno distribuito oltre 50000 lampade a energia solare. In quanto piccole, leggere e portatili, possono essere utilizzate come torce in strada e come lampade dentro casa. 

Entro l'estate, saranno consegnate ad Haiti 12000 lampade solari WakaWaka 

(Entro l'estate, saranno consegnate ad Haiti 12000 lampade solari WakaWaka)

Intanto, è già in programma la costruzione di oltre mille abitazioni interamente alimentate ad energia solare, mentre un gruppo di costruttori e architetti ha dato vita al Konbit Shelter, un vero e proprio progetto di ricostruzione sostenibile, basato sulla tecnica dell'Earth bag. Le nuove abitazioni, costruite con il 90 % di terra e il 10 % di cemento, saranno più forti e resistenti del calcestruzzo ed eviteranno il ricorso al legno, una risorsa in crescente diminuzione nel Paese.

Si tratta sicuramente di segnali importanti in un Paese dove solo il 25 % delle famiglie dispone di un allacciamento alla rete elettrica e dove carbone e legna continuano a essere i combustibili più diffusi.

AutoreDott.ssa Morena Deriu


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