Fungi Mutarium: i funghi commestibili nutriti con i rifiuti di plastica

Come sottolineato più volte in questa sede, il problema dello smaltimento della plastica è una delle maggiori piaghe della nostra società. Montagne di rifiuti, vere e proprie isole galleggianti, infestano gli oceani e altri residui inquinano corsi d'acqua e territori dando vita a situazioni drammatiche, a scenari quasi apocalittici. Per questa ragione, le autorità mondiali ricercano strenuamente soluzioni per smaltire con efficacia questo materiale.

Una delle ultime sperimentazioni proviene dall'austriaco Livin Studio, in partnership con l'Università di Utrecht e il sostegno economico della Art Bio and Design Award. Si tratta, nello specifico, di impiegare funghi per consumare la plastica. Il progetto, denominato Fungi Mutarium, prevede la costruzione, su un supporto, di un vivaio, dove sono coltivati i funghi, di un cilindro in cui viene collocata la plastica per sterilizzarla con raggi UV e di un'altra campana contenente una serie di baccelli ovoidali nei quali viene posato un substrato di agar, unito ad amido e zucchero, che andrà ad alimentare, insieme ai rifiuti, i funghi.

Il dispositivo con i tre componenti su un piano di appoggio

(Il dispositivo con i tre componenti collocati su un piano di appoggio)

Le specie di funghi scelte sono il Pleurotus Ostreatus e lo Schizophyllum Commune. La prima cresce sul legno, la seconda viene abitualmente mangiata in Asia, Africa e Messico. Katharina Unger, fondatrice del Livin Studio, ha dichiarato di "aver coltivato il micelio, anziché l'intero fungo". Il micelio, ricordiamo, è l'apparato vegetativo dei funghi e consta di una serie di filamenti chiamati ife, nelle quali scorre il protoplasma. Entrambe le specie, inoltre, "presentano caratteristiche peculiari per digerire la plastica restando una biomassa commestibile", ha aggiunto la designer.

Dettaglio dell'ampolla contenente i baccelli ovoidali

(Dettaglio dell'ampolla contenente i baccelli ovoidali)

Scendendo nel dettaglio, i baccelli ovoidali simulano le superfici naturali sulle quali i funghi crescono tradizionalmente. Il micelio, diluito e contenuto in un'ampolla, viene prelevato con una pipetta e inserito nei baccelli, più nello specifico nell'agar. La plastica, a sua volta, è infilata nella cialda. Lentamente, queste colture si sviluppano sul substrato gelatinoso, digerendo il materiale di scarto e riempiendo lo spazio nel contenitore.

Il cilindro in cui viene sterilizzata la plastica con i raggi UV

(Il cilindro in cui viene sterilizzata la plastica con i raggi UV)

La cupola di vetro che copre i baccelli ovoidali regola i livelli di umidità e fa crescere nella maniera giusta i funghi. Secondo le valutazioni dell'equipe, occorrono diversi mesi prima che la plastica possa essere completamente digerita dai funghi, per cui, per ora, il prototipo non è stato messo in commercio. Prima gli studiosi dovranno cercare il modo di accelerare e ottimizzare il processo di smaltimento. Solo quando verrà raggiunto tale risultato, l'invenzione sarà prodotta su larga scala.

La pipetta usata per inserire il micelio diluito nei baccelli ovoidali

(Il micelio diluito è inserito nei baccelli ovoidali con una pipetta)

Il team ha posizionato le diverse componenti del Fungi Mutarium su un piano di appoggio allo scopo di visualizzare e monitorare senza troppe difficoltà le operazioni. La tecnologia è stata pensata per un futuro impiego in una comunità o in una piccola azienda agricola. Il fatto, poi, che sia costituita da tre componenti, rende possibile replicare ognuna di esse e inserirle, in gruppo, su supporti distinti.

Quando i campioni hanno raggiunto il massimo sviluppo sono rimossi e pronti da mangiare. Il sapore di questi funghi, attenendoci a quanto detto dalla Unger, "varia da molto lieve, a molto forte" e alle volte viene attribuito loro un gusto dolce, simile a quello dell'anice o della liquirizia. La differenza di sapore dipende dalla specie di fungo utilizzata.

Ad esempio, lo Schizophyllum è noto per avere un sapore neutro e una consistenza piuttosto dura, dunque, nella normalità, è acquistato di rado dagli occidentali. Grazie al Fungi Mutarium, però, è stato ottenuto un fungo aromatizzato, che unito ad altri ingredienti può essere tranquillamente usato come parte di un pasto.

La serie di utensili studiati per mangiare i funghi

(La serie di utensili studiati per mangiare i funghi)

Il team ha anche progettato una serie di utensili per mangiare questi funghi, posate in plastica, metallo o ceramica. Il loro design è originale e non esclude la possibilità di impiegarle nella cucina tradizionale. Forse saranno proprio queste ultime ad essere messe in commercio per prime.

Fonti
Greenstyle
Dezeen Magazine
Domus Web

Foto
Dezeen Magazine

AutoreDott.ssa Elisabetta Rossi


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