Energia rinnovabile ottenuta dalla Nutella? Incredibile ma vero!

Le problematiche ambientali sono state legittimate dalla Commissione Europea e dalle Nazioni Unite, attraverso ricerche e rapporti autorevoli finalizzati alla sollecitazione  delle potenze mondiali per l'obiettivo prefissato al 2020 sull'abbattimento delle emissioni di CO2.

Una battaglia verde che non coinvolge solo le grandi organizzazioni internazionali ma anche le grandi aziende vi partecipano, contribuendo attivamente allo lotta contro il CO2.

Fra queste vi è la nota società, fra i maggiori leader nell'industria dolciaria, Ferrero, la cui strategia ambientale delineata per il periodo 2013-2020, prevede un'autoproduzione energetica pari al fabbisogno degli stabilimenti europei in Italia, Francia, Irlanda, Belgio, Germania e Polonia, di cui il 30% da fonte rinnovabile con conseguente riduzione delle emissioni di CO2, dei consumi delle risorse e dell'approvvigionamento di materie prime sostenibili.

Ma non è della strategia della Ferrero, se pur degna di nota, che vogliamo parlarvi bensì della potenzialità energetica intrinseca e inaspettata che è stata rilevata in uno degli ingredienti del prodotto più noto, amato e consumato dell'azienda ovvero la deliziosa Nutella.

Vediamo di cosa si tratta.

Energia Rinnovabile ottenuta grazie all'olio della Nutella

Da 4 anni oramai e precisamente il 2 ottobre 2009, è stata inaugurata a Ottana, in Sardegna, la centrale Biopower Sardegna per la produzione di energia pulita a basso costo da 37MWe alimentata grazie all'olio di colza, che altro non è che uno degli ingredienti che stanno alla base della preparazione dell'amata e popolare crema al cioccolato Nutella.

Si tratta di un progetto promosso ai fini di una rivoluzione inerente il risparmio dei costi e il rispetto dell'ambiente, nato per iniziativa di:

Ottana Energia, terzo produttore di elettricità in Sardegna

AEW di Bolzano e di Merano, l'azienda elettrica municipale del Trentino Alto Adige

BKW Svizzera, una delle maggiori società energetiche svizzere

STC group, l'azienda italiana installatrice dell'impianto

supportate da Confindustria Nuoro e dalla Provincia e Regione Autonoma della Sardegna.

Grazie alle coltivazioni della colza, impiantate in Barbagia con la consulenza della facoltà di Agraria dell'Università di Sassari, e ad un investimento di 65 milioni di euro di fondi privati recuperati grazie a un prestito concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti, è stata dunque attuata la realizzazione della centrale green a biomassa, nucleo fondatore del terzo polo energetico sardo con un fatturato di 50 milioni di euro.

Campo di colza
(Un campo coltivato a colza)

Olio di colza e biomasse

L'olio di colza è un olio vegetale alimentare prodotto dai semi della colza che, opportunamente trattato, può essere trasformato in prezioso biocombustibile fondamentale e riutilizzato nelle centrali termiche ai fini della produzione di energia elettrica pulita. 

Trarre energia dalle biomasse, consente di eliminare rifiuti, produrre energia e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, ai fini dello sfruttamento delle fonti pulite su cui l'UE ha deciso di investire.

Le biomasse liberano nell'ambiente solamente la quantità di carbonio assimilata dalle piante durante la nascita insieme a una quantità di zolfo e ossidi di azoto nettamente inferiori a quelle rilasciata da combustibili di origine fossile.

Inoltre, un ulteriore vantaggio in senso economico è dato dalla base delle biomasse sugli scarti di produzione, in quanto viene reso possibile il riutilizzo e smaltimento di rifiuti in modo ecologico.

AutoreDott.ssa Elisabetta Berra


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