El Hierro: la prima isola energeticamente autosufficiente in Europa
El Hierro è la più piccola delle isole Canarie, abitata da circa 11000 abitanti. Ha una superficie di 278 Km2 e, oltre a essere la più piccola, è anche l'isola più a sud dell'arcipelago. Nel novembre del 1997, il Cabildo (l'organismo amministrativo delle Isole Canarie) firmò il Plan de Sostenibilidad, volto a rendere l'isola energeticamente autonoma. Sono passati quasi quindici anni e finalmente ci siamo: il progetto della Central Hidroeólica de El Hierro è, ormai, completato (anche grazie alla collaborazione della Unión Eléctrica de Canarias e dell'Instituto Tecnológico de Canarias) ed El Hierro si appresta a essere la prima isola spagnola energeticamente autonoma grazie al ricorso alle energie rinnovabili.
(L'isola di El Hierro è la più meridionale delle Canarie)
Con una spesa di circa 93 milioni di dollari, l'isola si è affidata all'energia eolica, ma integrandola con quella idroelettrica attraverso sistemi di accumulo dell'energia idraulica. In questo modo, si eveiterà di restare senza energia elettrica nelle momenti e nelle giornate in cui il vento scarseggia.
Il sistema di accumulo ha previsto la realizzazione di una serie di bacini artificiali, con una portata che si aggira tra i 500000 e i 150000 m3. In presenza di vento, un parco eolico da 11 Mw produce l'energia elettrica necessaria a far funzionare le pompe che, a propria volta, spostano l'acqua dal bacino inferiore a quello superiore. Quando, però, il vento scarseggia, l'acqua compie il cammino inverso, ritornando al bacino inferiore e azionando un sistema di turbine da 11, 32 Mw. Ed ecco prodotta l'energia necessaria a soddisfare il fabbisogno energetico dell'intera isola.
(Lo schema di funzionamento della centrale idro-eolica di El Hierro)
La realizzazione del progetto è ancor più ragguardevole, perché è stata possibile su un'isola che, nel 2000, era stata dichiarata dall'Unesco "Riserva della biosfera" e che è, peraltro, protetta dalle Direttive europee Habitat e Uccelli. La sinergia tra Unesco, Unione Europea, amministratori locali e ambientalisti ha, infatti, permesso di superare i vincoli burocratici legati al particolare statuto ambientale dell'isola, preferendo l'installazione di 5 pale eoliche e di due bacini idroelettrici (di cui uno sul fondo di un cono vulcanico e l'altro nella parte superiore, a 700 m sul livello del mare) all'emissione di 18700 tonnellate di CO2, prodotte dall'importazione, dallo stoccaggio e dal consumo delle 6000 tonnellate di gasolio necessarie, ogni anno, ad approvvigionare energeticamente l'isola.
Per queste ragioni, la centrale idro-eolica è stata costruita seguendo più che rigorosi criteri di salvaguardia ambientale, così da preservare l'ecosistema. A tal fine, in una prima fase, è stato necessario rimuovere la macchia autoctona, per poi ripiantarla, piantumare gli argini protettivi e garantire protezione di un particolare esemplare di cipresso presente sull'isola.
(Il bacino idroelettrico più basso è stato realizzato sul fondo di un cono vulcanico)
Infine, grazie alla centrale, sarà prodotta una quantità di energia tre volte superiore a quella necessaria a soddisfare il fabbisogno energetico dell'isola, turisti inclusi (ogni giorno sbarca a El Hierro una flotta ci circa 60000 turisti). L'energia in eccesso sarà, così, utilizzata per garantire il funzionamento dei tre dissalatori, necessari a fornire all'isola più di 10 milioni di litri d'acqua al giorno.
Il prossimo obiettivo? Sostituire tutte le 4500 auto in circolazione sull'isola con veicoli elettrici.