Dossier clima 2014: Italia centra obiettivi Kyoto
L'Italia si dimostra ancora una volta attenta alle politiche ambientali e di risparmio energetico raggiungendo e persino superando gli obiettivi del protocollo di Kyoto, anche se in parte per cause legate alla crisi economica.
Questo è lo scenario descritto dal Dossier Clima 2014, curato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, l'associazione nata per favorire il progresso della green economy in Italia.
(L'Italia è sempre più green, secondo il Dossier Clima 2014, FSS)
I dati del Dossier 2014
Già nel 2012 l'Italia aveva superato a pieni voti i limiti fissati dal protocollo firmato a Kyoto nel 1997, (-7,8% rispetto al 1990) e nell'anno appena trascorso ha superato se stessa con un'ulteriore riduzione del 6%. Continuando su questo ritmo, l'obiettivo del 2020 fissato dall'UE nella riduzione del 20% rispetto al 1990, sembra sempre più a portata di mano.
A favorire il raggiungimento di tali risultati, vi è stata una drastica riduzione nell'uso di combustibili fossili: -5% (3,4 milioni di tonnellate di petrolio), di gas -6% (4,8 miliardi di m3) e di carbone -14% (3,7 milioni di tonnellate).
Sempre secondo il rapporto della Fondazione guidata da Edo Ronchi, ex-ministro dell'ambiente e firmatario per l'Italia del trattato di Kyoto, la crisi economica e la riduzione del Pil hanno portato alla riduzione di almeno un terzo delle emissioni nel 2013. Incremento delle rinnovabili, efficienza energetica e stili di vita più attenti all'ambiente, hanno favorito i risultati per i due terzi restanti.
(Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile)
"L'Italia – afferma Edo Ronchi - è duramente colpita dalla crisi climatica e ce lo ricordano i drammatici eventi degli ultimi mesi. Anche se il Paese negli ultimi anni ha fatto molti progressi riducendo le emissioni di gas serra del 25% in meno di un decennio, è necessario che si faccia di più per ridurre in modo molto più consistente le emissioni che concorrono a peggiorare il nostro clima. Non dobbiamo dimenticare che le temperature medie annuali negli ultimi decenni sono aumentate più della media mondiale, il Mar Mediterraneo si scalda al ritmo di 0,6°C per decade, dal 1850 a oggi i ghiacciai alpini sono diminuiti del 55% e molti ghiacciai minori sono destinati a scomparire già entro il 2050. Ma abbiamo gli strumenti, le tecnologie e il talento per affrontare la crisi climatica e, tramite essa, anche le altre molteplici crisi che segnano il nostro Paese".
Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, si è molto vicini al target per i consumi finali lordi fissato al 17% (attualmente al 14%), nonostante la frenata nel 2013 di nuova potenza installata per la produzione elettrica da fonti alternative.
L'Europa raddoppia gli sforzi
A festeggiare per i risultati ottenuti, non c'è solo l'Italia ma anche il resto d'Europa. L'Ue-15 ha persino raddoppiato gli sforzi che si era imposta per il periodo 2008-2012, toccando una riduzione del 16% rispetto all'otto pattuito. Anche il target del 2020 è stato già raggiunto: l'Ue-27 ha diminuito del 19% le emissioni tra il 1990 e il 2012, e si pensa abbia raggiunto il venti per cento già lo scorso anno.
(Mappa con i paesi che hanno aderito al Protocollo di Kyoto al 2005)
Anche i dati a livello mondiale fanno ben sperare. I paesi dell'Annesso I "hanno ridotto le emissioni del 14,5% (al 2011) a fronte di un target del 5,2%" – secondo il dossier 2014.
Restano tuttavia degli aspetti negativi, in quanto il Protocollo di Kyoto "non è stato adeguato all'obiettivo della Convenzione quadro ONU di stabilizzare il clima", e quindi i raggiungimenti dei target imposti non saranno sufficienti a invertire la rotta verso l'arresto dei cambiamenti climatici.
Soprattutto a causa della crescita esponenziale di paesi quali i BRICS, "dal 1990 le emissioni mondiali di gas serra sono aumentate di oltre il 30% e la concentrazione di CO2 in atmosfera ha superato le 400 ppm."
Tanto è dunque il lavoro che resta da fare per riportare i livelli di emissioni nell'atmosfera a livelli utili per la salvaguardia ambientale.