Dall'Europa alla Giordania. Ecco le 20 fattorie Green

logo del programmaSe l'acqua scarseggia l'agricoltura è a rischio? Un'equazione superata. Sì perché adesso il nuovo progetto di cooperazione finanziato dall'Unione europea e attivo nel bacino del Mediterraneo ha ideato un sistema rivoluzionario basato sul risparmio idrico e la massima efficienza. Con risultati eccezionali. Si tratta del progetto Ensiap – Improving the environmental sustainability of irrigated agricultural production in Lebanon and Jordan, all'interno del programma di cooperazione "Cbc Mediterranean Sea Basin Programme" 2007-2013 finanziato nell'ambito della politica europea di vicinato (Enpi).

A prestarsi all'esperimento d'avanguardia sono state venti fattorie fra libanesi e giordane. L'intento era assicurare irrigazione puntando però sulla sostenibilità ambientale in un'area geografica dove piove poco. Il Medio Oriente da sempre lamenta scarsità d'acqua, una piaga che va puntualmente a compromettere la resa agricola, voce chiave dell'economia della zona e basilare per la crescita sociale della popolazione che già è destinata a sopportare uno stato di crisi politico-militare permanente. Una situazione che compromette le possibilità e le opportunità di sviluppo, limitandole. Non solo, il destinare la poca acqua che si riesce a raccogliere a esclusivo uso agricolo significa depauperare le aree verdi di interi paesi, a danno di tutti. Per questo la grande idea finanziata con due milioni di euro sborsati dall'Unione Europea.

In cosa consiste?

Nelle fattorie-pilota è stato installato un sistema di irrigazione cosiddetto a goccia, che conserva la fertilità del suolo tramite la fertirrigazione, ossia la dissoluzione in acqua del concime e la conseguente distribuzione capillare attraverso il medesimo impianto. Una tecnica che permette di assecondare il bisogno di nutritivi durante tutto il ciclo della pianta e che aiuta a ridurre l'evapotraspirazione e il drenaggio in profondità dal momento che l'acqua può essere somministrata con maggiore precisione alle radici. Un vantaggio concreto rispetto a quanto accade nei sistemi di irrigazione a pioggia o a scorrimento, dove si ha uno spreco d'acqua, di concime e d'energia. Nelle venti fattoria, inoltre, c'è un'ulteriore attenzione all'energia in quanto viene prodotta da pannelli fotovoltaici che permettono di abbandonare definitivamente i tradizionali generatori diesel inquinanti e costosi.

Chi lo esegue?

L'Istituto per la Cooperazione Universitaria, in partenariato con il Ministero dell'Agricoltura Libanese, il National Centre for Agricultural Research and Extension (Giordania) e il Center for Renewable Energy and Savings (Grecia). Tutte queste teste è dal settembre scorso che monitorano i risultati di questo meccanismo, eseguendo prove tecniche su specifiche colture quali cipolla, gombo, pomodoro e cetriolo. Nel mirino il controllo della qualità e della quantità e l'impatto ambientale in nome della salvaguardia climatica. 

E una volta finita la sperimentazione?

Ma il programma non lascia niente al caso. Prevede infatti un percorso di formazione per gli agricoltori che, una volta terminato lo start up monitorato, dovranno essere in grado di autogestire le coltivazioni e portare avanti in maniera efficiente la produzione agricola. In atto anche attività di sensibilizzazione delle autorità locali perché nel lungo termine l'iniziativa mira a rinforzare cooperazione e scambio di informazioni sul risparmio idrico, sul miglioramento dell'agricoltura e della produzione agroalimentare e sull'uso delle energie rinnovabili in agricoltura. Un obiettivo che dovrà coinvolgere sia Libano e Giordania che tutto gli altri paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.

La testimonianza...

Come ha sostenuto Enrico Ferracin, rappresentante residente e country manager per la Giordania, i territori Palestinesi e l'Iraq, per l'Istituto per la Cooperazione Universitaria intervistatato da Radio24: "Siamo qui da molti anni. Le attività si svolgono nella valle del Giordano, in un paese che è il decimo al mondo più povero d'acqua. Cerchiamo di utilizzare l'acqua nella maniera migliore, per consumarne il meno possibile, perché l'acqua è oro, è l'oro blu, più prezioso del petrolio. La prerogativa nostra è stare sul campo coi beneficiare finali del nostro intervento. Ci mettiamo la faccia, ma anche le mani. Fortunatamente ho avuto l'opportunità di lavorare sia in Italia, che in Libano e poi qua. E ai contadini far cambiare il modo di coltivare, che viene da una tradizione millenaria, è dura e ci vuole costanza e rapporto diretto, umano, spalla a spalla".

AutoreStella Spinelli


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