Città Smart: a che punto è l'Italia?
Una Smart City è una "città intelligente", vale a dire una città in cui gli spazi urbani favoriscono la partecipazione dei cittadini all'organizzazione della città. Per fare questo, è indispensabile che le risorse energetiche siano ottimizzate, che l'accesso ai servizi sia più semplice grazie al web e alla tecnologia, che la mobilità sia semplificata e i tempi ridotti. In questo modo, tutti potranno avere un ruolo attivo all'interno della smart city. Ancora oggi, per molti centri urbani, questa prospettiva dista quanto meno anni luce dalla situazione attuale e grazie allo Smart City Index, si può anche scoprire quanti e quali.
(Nelle Smart City del futuro, tutti i cittadini potranno partecipare attivamente all'organizzazione della propria città)
Lo Smart City Index è la classifica stilata da Between sulle città più "smart" tra i 116 capoluoghi di provincia italiani. Quest'anno, la società di business, comunicazione e formazione si è servita di ben 400 indicatori e numerose aree tematiche (incluse le nove nuove tra aree e sotto-aree: smart culture & travel, smart urban security, smart justice, wi-fi, energie alternative, smart grid, giustizia digitale, sicurezza urbana e digital security). L'obiettivo era osservare nel dettaglio i fenomeni in atto tra i vari capoluoghi italiani e fare così il punto della situazione sui soggetti coinvolti e la loro postazione lungo il cammino delle Smart Cities.
Al primo posto, si piazza prepotentemente Bologna, grazie al grande lavoro condotto per la diffusione della banda ultralarga, degli open data e delle app, seguita, a ruota, da Torino e Milano. Città grandi, dunque, ai vertici della classifica (ben sei aree metropolitane all'interno della top ten); una situazione che rispecchia sostanzialmente quanto emerge dall'intero quadro tracciato da Between: nell'ultimo anno, infatti, il divario tra grandi e piccole città in materia di "smartness" ha sostanzialmente continuato a crescere.
(Lo Smart City Index di Between ha evidenziato il divario tra piccole e grandi città in materia di smartness)
Il discorso cambia, invece, quando si parla di aree metropolitane del Sud d'Italia; praticamente tutte si piazzano, infatti, nelle retrovie della classifica, a tutto vantaggio di città di media grandezza come Brescia, Parma, Pisa, Trento, Verona, tutte nella top ten (il capoluogo trentino vanta, tra l'altro, un lusinghiero quarto posto). Tra i centri più piccoli, spiccano Cremona, Lodi, Mantova, Pavia e Siena, tutte nella prima fascia della classifica.
Un altro punto emerso dalla classifica riguarda il rapporto intrattenuto da ogni capoluogo con le due componenti dell'indice: quella "digital" e quella "green". Mentre, infatti, in generale, i due aspetti sono più o meno in equilibrio, esistono comunque alcuni casi opposti, per i quali il disequilibrio è più o meno evidente. Il caso più marcato è quello della verdissima Bolzano, tra i primi posti per la componente green ma, addirittura, al settantottesimo per quella digital (il che le vale un ventisettesimo posto in classifica), seguita da Lecce (rispettivamente al decimo e al sessantunesimo posto), Aosta (dodicesimo e settantaduesimo), Sondrio (tredicesimo e cinquantatreesimo), Salerno (ventottesimo e centosettesimo) e Avellino (trentaseiesimo e centoquindicesimo). Tra le città che, all'opposto, mostrano più attenzione per la componente digitale a svantaggio di quella verde, Monza, Vicenza, Mantova, Como e Lecco.
(In alcuni casi, lo Smart City Index ha rivelato un grande disequilibrio tra la componente "digital" e "green" di alcuni capoluoghi)