Blu-ray: non solo film HD ma anche fonte di energia pulita
Uno studio condotto da Jiaxing Huang, professore associato di scienza dei materiali e ingegneria presso la Northwestern University di Evanston, negli Stati Uniti d'America, in collaborazione con un team composto da Dongning Guo, Cheng Sun, Cheng Wang ed Alexander Smith, attesta che la tecnologia Blu-Ray oltre ad offrire la fruizione di video in alta definizione, potrebbe essere applicata al fine di migliorare la produzione di energia pulita tramite lo sfruttamento delle radiazioni solari. Lo studio è stato pubblicato il 25 Novembre 2014 sulla rivista Nature Communications, un giornale multidisciplinare indipendente impegnato nella pubblicazione di materiale scientifico, e soprattutto di risultati di ricerche inerenti tutti i campi delle scienze naturali, al fine di offrirli ad un vasto pubblico che, qualunque sia il motivo della consultazione ed il grado di conoscenza della materia, sia interessato ad essere informato sul progresso scientifico.
La tecnologia Blu-Ray, che nell'attuale applicazione è in grado di immagazzinare grandissime quantità di dati audio e video, sarebbe in grado di incamerare anche una vastissima quantità di raggi solari, molto più di quanto possa fare qualunque materiale impiegato fino ora per la costruzione di celle solari. Tutto questo è possibile grazie alla conversione, che avviene durante la compressione dei normali dati in dischi Blu-Ray, dei segali video in una sequenza casuale di codice binario da 0 ad 1 che, applicata alle celle solari, offre una struttura superficiale la quale permette l'assorbimento ottimale della luce che, secondo le prime stime, può essere portata ad un incremento del 22% circa.
(Funzionamento di una cella solare organica)
Le celle fotovoltaiche in principio erano costituite di silicio, un materiale abbastanza costoso e difficile da lavorare, motivo per cui il costo del prodotto finito era molto alto. Nel tempo si sono trovate soluzioni migliori come le celle fotovoltaiche organiche o polimeriche. Queste celle, secondo una spiegazione molto semplificata, sono composte da uno strato di materiale foto attivo nanostrutturato posto tra due elettrodi (uno dei quali è trasparente) che possono essere in materiale rigido come il vetro o pieghevole, come ad esempio il PET o la carta e che possono determinare, oltre alla consistenza, anche la trasparenza del pannello fotovoltaico. Infatti passando dall'uso del silicio a quello di materiali organici o polimerici si è assistito ad un calo del costo ed alla possibilità di creare pannelli solari trasparenti e pieghevoli. Il materiale foto attivo, che nelle celle polimeriche, come dice la parola, è formato da un polimero, presenta un certo livello nanometrico il quale, fondamentale per la buona efficienza della cella, è la parte che vedrà aumentare la propria capacità produttiva a seguito dell'applicazione della nuova scoperta. Sembra, inoltre, che il modello Blu-ray possa essere applicato per lo stesso scopo su qualsiasi altro tipo di celle solari. Il progresso scientifico che permette il miglioramento dell'efficienza e la riduzione del costo relativo al materiale fotovoltaico non finisce di stupire.