Biodiesel dalle alghe, le nuove scoperte dei ricercatori americani

Gli studiosi sono sempre più alla ricerca di nuove strade per produrre energia con alti standard di efficienza e nel pieno rispetto per l'ambiente. Tra le strade battute (accanto al fotovoltaico, l'eolico, la geotermia, etc.), c'è quella del biodiesel, il carburante verde ottenuto dalla lavorazione di oli vegetali e grassi animali.

A questa risorsa, si accompagnano, però, numerosi dubbi legati all'impatto ambientale (deforestazione delle zone coltivate con la cultura destinata alla produzione del biocarburante) e sociale (possibile rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari, come diretta conseguenza dei risvolti ambientali).

La coltivazione per biodiesel suscita molti interrogativi
(La coltivazione per biodiesel suscita molti interrogativi)

Se questo non è totalmente valido per qualsiasi tipo di biodiesel (decisamente diversa è, infatti, la situazione per quello ottenuto dagli scarti, che, anzi, sono resi produttivi), una nuova risposta potrebbe essere arrivata dalla ricerca e dalla produzione di biofuel (un biocombustibile di origine vegetale adatto a qualsiasi tipo di motore senza necessità che questo venga modificato, come, invece, richiesto dal biodiesel) dalle alghe marine.

Per lungo tempo, infatti, gli studi di settore sono rimasti in fase di stallo, per via del modo in cui le alghe crescono e immagazzinano energia. Per quanto, infatti, i micro-organismi producano le molecole grasse necessarie alla produzione del carburante quando hanno bisogno di elementi nutritivi, è anche vero che, quando si trovano in questa situazione, hanno anche difficoltà a crescere.

Di qui, la scoperta (pubblicata dalla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences) di Emily Trentacoste dello Scripps Institution of Oceanography della University of California (a San Diego): inserire uno specifico enzima in un gruppo di alghe, contribuendo, così, a generare le molecole grasse (che immagazzinano energia) ma senza un rallentamento della crescita.

Già alcune aziende coltivano alghe per la produzione di biofuel
(Già alcune aziende coltivano alghe per la produzione di biofuel)

La notizia fa eco al recente annuncio di due ricercatori della Cambridge University, Adrian Fisher e Paolo Bombelli, in un altro campo delle energie rinnovabili, quello del fotovoltaico. Si tratta dello sviluppo di un dispositivo biofotovoltaico a base di batteri fotosintetici e, appunto, alghe. Le cellule delle alghe, infatti, una volta esposte alla luce, producono ossigeno ed elettroni, poi convertiti in energia elettrica.

Entrambe le equipe si dicono, inoltre, fiduciose circa la possibilità di estendere i propri studi ad altri tipi di alghe, magari più produttive in termini di produzione di energia.

In entrambi i casi, si tratta comunque di una notizia che è giunta ben accolta alla United Nations Climate Change Conference, la XIX Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si è tenuta a Varsavia dall'undici al ventidue novembre con lo scopo di fissare tempi e modalità per gli impegni di riduzione delle emissioni di CO2 nel 2014, in vista dell'accordo globale e giuridicamente vincolante sul clima che sarà definito a Parigi nel 201. Le Nazioni Unite si sono mostrate, infatti, fortemente preoccupate circa la reale possibilità di impedire alla temperatura globale di salire più di 2 °C ; si stima, anzi, che le emissioni causate da combustibili fossili abbiano superato nel 2013 del 61 % (e oltre) i livelli del 1990.

Dall'11 al 22 novembre, si è svolta a Varsavia la XIX conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
(Dall'11 al 22 novembre, si è svolta a Varsavia la XIX Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici)

Per maggiori informazioni, sull'evento di Varsavia: http://unfccc.int/meetings/warsaw_nov_2013/meeting/7649.php

AutoreDott.ssa Morena Deriu


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