Asfalti ecologici e le nuove frontiere delle infrastrutture green

In materia di ecologia e sostenibilità ambientale, anche la scienza dei materiali sta dando un notevole apporto alla ricerca e alla sperimentazione di nuove ed importanti tecnologie verdi. Attualmente, i progetti sono tanti, dai tessuti che recuperano energia, ai sistemi a levitazione magnetica, a conglomerati che utilizzano miscele ed impasti con argille e sabbie e ancora biocarburanti con oli vegetali.

Per quanto riguarda il sistema dei trasporti e delle infrastrutture, oltre a vari esperimenti per il recupero delle vibrazioni, ad esempio, esistono prodotti che migliorerebbero la qualità ambientale non tanto per quanto riguarda le emissioni tossiche di anidride carbonica nell'atmosfera ma per i loro processi di produzione. È il caso questo degli asfalti.

Per quanto riguarda l'argomento, si può fare una prima divisione in tre gruppi ai quali appartengono, da un lato gli asfalti fonoassorbenti e dall'altro varie tipologie di materiali formati da mescole riciclate e ancora i cementi e laterizi fotocatalitici.

Per quanto riguarda gli ultimi, la principale ditta produttrice italiana è la Italcementi, primo gruppo industriale ad aver brevettato i manufatti i TX Active® che hanno dimostrato un'altissima resistenza all'assorbimento delle sostanze volatili più dannose. Un esempio di asfalto fonoassorbente, invece, è il Pavprene, un elastomero termoplastico a base di SSB (Stirene-Butadiene-Stirene), proposto e prodotto dalla ditta SO.F.TER. Questo materiale, dopo essere stato opportunamente miscelato al bitume, è in grado di migliorare numerose capacità meccaniche del conglomerato.

Per quanto riguarda, invece, gli asfalti prodotti con materiali riciclati si deve fare un'ulteriore divisione, ovvero fra quelli prodotti con i pneumatici e quelli con la plastica.

Asfalto ecologico ottenuto dal riciclaggio delle materie plastiche

(Asfalto ecologico ottenuto dal riciclaggio delle materie plastiche)

Asfalto ecologico ottenuto dal riciclaggio delle materie plastiche

La città di Vancouver, in Canada, sta portando avanti una sperimentazione da anni che attiene alla fabbricazione di questo particolare tipo di conglomerato a freddo all'interno del quale sono stati inseriti elementi non appartenenti al bitume, ovvero oggetti in plastica che in precedenza hanno subito un processo di riciclaggio e sono numerosi se si pensa anche semplicemente alle bottiglie, le buste o i vari contenitori.

La percentuale che attiene alla quantità di plastica inserita nel cemento si aggira intorno all'1% ma i vantaggi per l'ambiente sono tanti, infatti, il vantaggio principale di rivestire strade e autostrade con questo tipo di cemento non sta nella riduzione dell'inquinamento in se per se ma nel miglioramento stesso dei processi di produzione. Attualmente, secondo le stime sui chilometri di strade che già sono stati rivestivi con questo asfalto, il costo dell'istallazione rispetto ai materiali tradizionali è superiore di tre volte ma il risparmio è del 20% sui mezzi, carburanti e sistemi che vengono impiegati. La sperimentazione è ancora iniziale quindi ancora non è possibile concludere delle somme definitive però la ricerca e i test di laboratorio ne dimostrano la sua efficacia.

Asfalto ecologico ottenuto dal riciclaggio dei pneumatici

(Asfalto ecologico ottenuto dal riciclaggio dei pneumatici)

L'altra tipologia di asfalto ecologico è quello che incorpora nella sua miscela i pneumatici. Un esempio è il Polymix. I pneumatici vengono già usati nelle strade, come, ad esempio, per cordoli, dossi, barriere e delimitatori di traffico, perché presentano molte caratteristiche, come resistenza agli urti e alla ruggine e un minore assorbimento delle vibrazioni. La scelta di inserire la plastica dei pneumatici in disuso deriva di vantaggi di avere una maggiore durata del manto e una minore produzione di rumore al passaggio delle automobili, un'ottima resistenza alla formazione di crepe e agli agenti atmosferici, una grande capacità di drenaggio delle acque piovane e quindi una migliore aderenza.

Esistono due diversi processi di modifica del bitume, "dry" e "wet" nati già dagli anni '60 e diffusi in tutto il mondo, anche in Italia. Un esempio di sperimentazione italiana è a Torino.

Questo nuovo modo di concepire e sviluppare l'asfalto può sicuramente non avere risvolti positivi nell'immediato dal punto di vista economico, ma quando si trattano materie quali la sostenibilità ambientale i materiali cosiddetti green i risultati tardano ad arrivare. Esattamente lo stesso discorso va fatto con le nuove tecnologie per l'alimentazione dei motori ibridi, ad esempio, che utilizzano bio carburanti o fonti meno tossiche, come gli oli di semi di piante varie o gas quali metano e GPL.

AutoreDott.ssa Chiarina Tagliaferri


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