Anche l'Iran punta sulle rinnovabili

Ci eravamo abituati a parlare dell'Iran per le crisi riguardante l'approvvigionamento delle armi di distruzione di massa, per l'uranio impoverito e per personaggi politici piuttosto discutibili. Oggi, invece, l'Iran rappresenta un nuovo fronte per la crescita di energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili ed ecologiche, quali il sole e il vento.

Secondo alcune dichiarazioni ufficiali di Homayoun Haeri, amministratore delegato di Iran Power Green, Transmissioni and Distribution Management Company, entro la fine dell'anno solare iraniano (che avverrà il giorno 20 marzo 2015) il paese potrebbe raggiungere la cifra di 400 megawatt prodotti attraverso fonti rinnovabili.

La bandiera dell'Iran

Le bandiere dell'Iran

Il mese scorso (dicembre 2014) il viceministro dell'energia, Houshang Falahatian, aveva affermato che l'obbiettivo dell'Iran è quello di raggiungere quota 1000 Megawatt prodotti con fonti rinnovabili ogni anno, puntando ad una crescita dell'8 per cento l'anno. Tali dichiarazioni si aggiungono a quelle precedenti dello stesso ministro che indicavano gli impianti fotovoltaici ed eolici come il principale mezzo per investire sulle fonti rinnovabili nel paese.

Le fonti rinnovabili serviranno all'amministrazione di Rouhani per inglobare nella rete elettrica quella porzione di territorio iraniano rappresentato dalle comunità rurali e che oggi sono escluse dalla rete nazionale, e per questo aumenta gli investimenti stanziati che passano da 12 milioni di dollari, dell'anno precedente, a ben 60 milioni di dollari previsti per ilo prossimo, con un incremento di ben 48 milioni di dollari investiti nel settore.

L'Iran, quindi, punta a passare dal sette per cento annuo di crescita di energia prodotta da fonti rinnovabili all'otto. Attualmente la capacità produttiva dell'Iran è di 68,38 gigawatt ed esporta elettricità in otto paesi tra cui: Siria, Iraq, Pakistan, Turchia e Armenia.

Sempre l'Iran era stato protagonista di un accordo record con gli Stati Uniti, stilato nell'estate dell'anno appena passato. L'obbiettivo era quello di creare una filiera per produrre energia elettrica attraverso lo smaltimento dei rifiuti. In quel caso l'accordo era stato firmato da World Eco Energy, azienda statunitense, e il governatore della Chaharmahal-Bakhtiari, amministratore della provincia sudoccidentale dell'Iran.

L'accordo oltre che d'importanza politica, i due paesi erano oltre trent'anni che non intrattenevano rapporti diplomatici, prevedeva da una parte la costruzione di due centrali elettriche, una per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e l'altra alimentata dalle micro-alghe provenienti dalle acque sporche del sistema fognario. Le due centrali, una volta a regime, produrranno circa 250 Mwh con l'utilizzo di circa 1500 tonnellate di rifiuti.

Sempre l'Iran, infine, aveva annunciato nel 2013 la realizzazione di ben tre parchi per la produzione dell'energia elettrica attraverso l'eolico, con una quota produttiva complessiva di ben 1050 megawatt.

L'Iran, dunque, ha ben compreso l'importanza delle fonti rinnovabili e per questo punta alla produzione elettrica attraverso eolico e fotovoltaico in modo massiccio, visto anche l'importanza per l'export. Una linea politico-economica che dovrebbe essere seguita da molti paesi, non solo per il bene del proprio popolo ma per il bene della popolazione mondiale e della Terra stessa.

AutoreDott. Giovanni Rispo


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