Agroecologia: un modello sistemico di tutela ambientale
Con il termine agroecologia si intende quel modello di studio che permette un'applicazione dei principi biologici in vari campi. La disciplina si occupa, oltre che della coltivazione di cibi sani, anche dello sfruttamento dei territori, della tipologia e intensività dell'uso dei territori, della produzione di biocarburanti e di altri prodotti, come farmaci o fibre.
L'argomento interessa moltissimo l'Unione Europea che da anni si prodiga nel legiferare normative adatte soprattutto alla diminuzione delle emissione tossiche nell'atmosfera, nonché di tuto quello che concerne la sostenibilità ambientale. L'agroagricoltura è, infatti, considerata uno dei modelli "anti-crisi" per eccellenza, presentato anche al Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra nel 2011. Il rapporto è l' "Agro-ecology and the right to food", è stato scritto da Olivier De Schutter, relatore Onu sui diritti all'alimentazione e sulla revisione di quota parte della letteratura scientifica.
http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/speciali/Agricoltura/agroecologia.htm
Essendoci alla base anche i diritti umani, tale rapporto punta soprattutto al perseguimento dei principi dell'agroecologia come uno dei pochi mezzi utili a diminuire la povertà, la fame e la carenza delle risorse legate ad una vita dignitosa specialmente nei paesi del terzo mondo. Secondo questa premessa "Ad oggi, i progetti agro-ecosistemi hanno mostrato un aumento medio delle rese dell'80% in 57 paesi in via di sviluppo, con un incremento medio del 116% per tutti i progetti africani", come si legge dalle dichiarazioni di De Schutter "I progetti recenti condotti in 20 paesi africani hanno dimostrato un raddoppio della produzione agricola per un periodo di 3-10 anni".
Olivier De Schutter critica aspramente i metodi di agricoltura tradizionali perché si basano su metodologie purtroppo costose, sullo sfruttamento dei carburanti non rinnovabili e sul dato statistico che questa forma non è in grado di resistere ai repentini cambiamenti climatici. L'agroecologia è un metodo attualmente perseguito anche negli Stati Uniti, in Francia e Germania.
Questa, però, ancora non può essere considerata una vera e propria metodica applicativa e richiede di conseguenza un alto livello di conoscenza e la necessità di partecipazione, cooperazione e divulgazione di metodi, una vera e propria "partecipazione agricola". L'agroagricoltra si basa, infatti, su concetti sistemici perché, per una sua giusta interpretazione a applicazione, è strettamente necessario che tutte le parti del sistema collaborino fra di loro per la riuscita del progetto sostenibile. Una simile metodologia richiede quindi una stretta relazione fra gli organi di governo, i proprietari dei terreni, gli operai e le colture stesse, considerate membri attivi del sistema ma non solo perché per una vera riuscita è necessaria anche una collaborazione inter-disciplinare, che raccolta materiale utile da molteplici fronti, come le scienze naturali che hanno il compito di descrivere i rapporti all'interno della biosfera flora-fauna, le scienze umane che devono verificare i veri effetti sia benefici che negativi sulle varie popolazioni e, di conseguenza, anche l'economia che si prende carico della fattibilità attuativa di un tale progetto in un determinato luogo.
L'agroecologia si riassume in quattro principi, che sono la produttività, la stabilità, la sostenibilità e l'equità all'interno del cosiddetto agrosistema, ovvero il complesso delle caratteriste della produzione agricola in un'area fortemente antropizzata. Questo significa che per applicare i principi agroecologici bisogno considerare anche la scala spaziale di attuazione, che va dalla parte al tutto e viceversa, come in una scala che parte dal genoma per poi procedere, allargandosi, verso l'organismo, la comunità, l'ambiente e così via.
Il ruolo fondamentale di questo modello resta però quello di diffondere una nuova concezione di pensiero che sia in grado di rispettare l'ambiente, attraverso l'uso di materiali naturali, formule di sfruttamento non intensivo, la pratica dell'agricoltura multipla senza l'utilizzo di pesticidi, ma anche di rispettare l'uomo come parte integrante e partecipativa dell'intero sistema naturale, in modo tale da equiparare il diritto ad una nutrizione come uguale per tutti.