Africa e Ue insieme per le rinnovabili

Il secondo meeting dell'African-European Union Energy Partnership si è svolto dall'11 al 13 febbraio presso Addis Abeba, al fine di realizzare importanti riforme nel settore delle rinnovabili. L'incontro è stato organizzato dai governi dell'Austria, Germania, Mauritius e dai copresidenti dell'AEEP dell'Africa e dell'Europa. La partecipazione è stata corposa, con 450 membri europei e africani esperti di politica ed economia, oltre che di energia e di ricerca. Tutti si sono riuniti per vedere quali sono stati i progressi maturati in previsione dell' AEEP del 2020.

Entro il 2020 gli obiettivi che si è posta l'Africa, in collaborazione con l'Unione Europea sono:

  • Poter portare a 100milioni di abitanti africani energia sostenibile, da poter spendere nei servizi di prima necessità all'interno della comunità, ma anche di renderla accessibile per la vita domestica.
  • Aumentare gli scambi di elettricità tra i due continenti.
  • Raddoppiare l'uso di gas naturale in Africa e raddoppiare le esportazioni verso l'Europa
  • Creare 10.000 MW di nuovi impianti elettrici
  • Creare 5.000 MW di impianti eolici
  • Creare 500 MW di energia solare
  • Triplicare le capacità di altre fonti rinnovabili quali: la geotermia e le biomasse

Quello che si è mirato a fare nel secondo meeting, oltre a dimostrare i lavori in corso d'opera per il raggiungimento degli obiettivi, è stato quello di trovare delle strategie per poter migliorare l'interazione politica-settori energetici al fine di poter attrarre gli investitori privati. La situazione però non è semplice in un Paese come l'Africa e questo è stato ricordato da Kandeh Yumkella, rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu, che ha detto: "non c'è una soluzione rapida per poter risolvere la questione energetica in Africa. La pianificazione e i sistemi energetici richiedono studi fattibili, con la valutazione dell'impatto ambientale e del business ingegneristico".

L'invito ad inserire l'energia e soprattutto quella rinnovabile tra le priorità è stato auspicato da tutti nel corso del convengo, anche dal commissario dell' African Union Elham Ibrahim, il quale ha dichiarato: "la domanda di energia crescerà del 6% l'anno fino al 2040" esprimendo allo stesso tempo una forte preoccupazione per il basso accesso di potenziale di cui dispone a tutt' oggi l'Africa.

L'Europa dalla sua ha anche cercato di rafforzare maggiormente l'aiuto verso questa popolazione, stanziando 300milioni di euro, che dovrebbero cercare di confluire nell'energia spendibile nelle zone rurali. In quanto, sia l'energia eolica che quella solare si adattano bene alla geografia di queste aree e l'inserimento degli impianti modulari, aiutano anche la manutenzione che in alcune località potrebbe essere più difficile. Poiché questi sistemi se subiscono dei guasti non smettono completamente di funzionare, ma hanno comunque un'autonomia che gli permette di generare un minimo di energia prima di poter essere riparati.

Bisogna quindi ricordare soprattutto ai Paesi ricchi dell'Europa, quanto detto nella prima edizione della Conferenza Internazionale sulle Energie Rinnovabili in Africa da Bernard Zoba, Commissario dell'Unione Africana alle Infrastrutture e all'Energia, "oltre 600 milioni di africani non hanno accesso all'elettricità e ben 35 Paesi su 53 del Continente rischiano continue interruzioni nella fornitura. Installare pannelli solari e pale eoliche, lì dove non arriva la corrente elettrica, è sufficientemente semplice. Dare l'accesso all'elettricità a quel 70% della popolazione africana, che oggi non ce l'ha, significa cominciare ad abbattere la barriera tecnologica, che divide il nord dal sud del mondo".

AutoreDott.ssa Gloria Maria Rossi


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