A Milano il festival del baratto, vecchio (e nuovo) fenomeno economico

Sharing, swapping, crowding, co-working. Potrebbero sembrare, a chi non ha grande dimestichezza con l'inglese, parole di conio nuovo di zecca per definire gli ultimi progressi nel campo scientifico piuttosto che economico.

E in effetti di economia si tratta, ma di quella che, complice la crisi, ci ha portato a rivalutare le forme più spontanee e arcaiche di generazione della ricchezza e gestione dei beni.

Tradotti in italiano, infatti, questi termini così proiettati nel futuro assumono un significato molto familiare: condivisione, baratto, mercatino, scambio di lavoro.

È quella che oggi si definisce, tanto per continuare a giocare sul filo dell'ambiguità tra forma e sostanza, sharing economy, economia della condivisione.

Tradotto senza fronzoli: tu hai qualcosa che non ti serve più ma funziona, e puoi venderla a me senza chiedere troppo.

Un passaggio molto più epocale di quanto non si pensi, ribattezzato da molti come un piccolo motore economico, capace di spingere l'economia con numeri in costante crescita, tanto che in tutto il mondo si vanno diffondendo sempre più start up in grado di offrire servizi collaborativi.

Mentre il 64% degli adulti britannici partecipa già attivamente a questa nuova/vecchia economia e il 52% degli statunitensi ha già affittato in modo economico alcuni tra i propri beni, in Italia sono già centoventi le nuove realtà che attraverso internet mettono in connessione persone ed esigenze.

A queste piattaforme generiche bisogna aggiungere anche altri numeri, come le oltre quaranta censite per il crownfounding, ossia l'organizzazione di mercati dove esistono già venditori e potenziali acquirenti.

O ancora le circa cento di co-working, lo scambio di esperienze e lavori tra soggetti privati.

Un mondo che non si muove solo attraverso la rete: esistono infatti ormai numerose strutture sul territorio dov'è possibile scambiarsi tempo come idee, ma soprattutto competenze e in qualche caso, quando l'incontro fra due persone può generare nuove iniziative economiche, denaro.

Chi voglia approfondire l'argomento può visitare in questi giorni le tante iniziativel organizzate a Milano nell'ambito della settimana europea per la riduzione dei rifiuti, altra importante e benefica implicazione legata allo sviluppo di queste forme di economia, come ad esempiola seconda edizione del riuso e del baratto.

Riutilizzare quello che a qualcuno non serve più a favore di altri in modo economico, questo il fine di un'economia che verrà spiegata nel corso di Sharitaly, che sempre nell'ambito dell'iniziativa organizzata a Milano farà per la prima volta il punto di questo fenomeno.

Un evento che è stato organizzato da Collaboriamo.org, di Maria Mainieri, con il supporto scientifico e organizzativo dell'università del Sacro cuore e la fondazione dell'Eni intitolata a Enrico Mattei.

April Rinne presenza d'eccezione per il festival
(La Rinne è un'antesignana dell'economia collaborativa)

A illustrare i caratteri peculiari di quella che molti annunciano come una piccola rivoluzione che arriva dal passato ci sarà April Rinne, considerata uno dei massimi esperti internazionali di economia collaborativa, ovvero di quello che, dopo i tanti elementi negativi portati dalla crisi, si sta sempre più rivelando come l'aspetto più umano e bello della crisi.

Autore Stefano Ricci


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